Assegno unico universale 2022, pensioni, retribuzioni: sono questi i temi al centro del XXI Rapporto annuale dell’Inps, presentato oggi dal presidente Pasquale Tridico. Rapporto che prende in esame, per il 2021, la situazione del Paese, con particolare attenzione alle più rilevanti prestazioni erogate dall’Istituto e alla dinamica dei contribuenti.

Assegno unico universale 2022

Assegno unico universale 2022, il sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili. Il presidente dell’Inps Tridico annuncia che sono arrivate all’Istituto di previdenza sociale più di 9milioni di domande:

A fine giugno risultano pervenute all’Istituto domande di assegno per circa 9,1 milioni di figli, cui si aggiungono oltre 530 mila figli di nuclei percettori di Reddito di cittadinanza che hanno ricevuto almeno una integrazione da assegno unico, rispetto ad una potenziale platea di circa 11 milioni aventi diritto. Circa il 45% degli assegni pagati va a nuclei con Isee inferiore ai 15.000 euro, che pertanto ricevono il massimo del beneficio, mentre più del 20% dei figli appartengono a nuclei familiari che non hanno presentato Isee e quindi percepiscono l’importo minimo. L’importo medio mensile per nucleo richiedente nel mese di maggio risulta da un minimo di 128 euro per un figlio a 1.581 euro per i nuclei con 6 figli o più”.

Tridico: “23% guadagna meno di 780 euro”

C’è una “quota crescente di lavoratori che percepiscono un reddito da lavoro inferiore alla soglia di fruizione del reddito di cittadinanza. Per la precisione il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro/mese, considerando anche i part-time”, dice il pesidente Inps, Pasquale Tridico:

“Nel 2021 si registrano più persone sul mercato del lavoro rispetto al 2020 (25.683 mila persone), dato positivo sotto molti punti di vista. Ma molti dei nuovi lavoratori immessi sono impiegati per un numero ridotto di ore e percepiscono retribuzioni che non permettono ai singoli di vivere dignitosamente. I lavoratori continuativamente occupati negli ultimi 15 anni hanno salvaguardato la loro posizione: tra questi l’85% ha sperimentato una crescita reddituale nel periodo in esame. Ma guardando alla generalità degli occupati la metà più povera ha perso quote di reddito tra il 2005 e 2020″.

Pensioni, Inps: “Con inflazione +24 mld spesa, alert disavanzo”

Con l’aumento dell’inflazione, che nel 2022 potrebbe arrivare a +8%, l’Inps potrebbe subire un aggravio di spesa pensionistica per il prossimo anno di 24 miliardi di euro. A stimarlo sono i tecnici Inps in occasione della presentazione del XXI Rapporto dell’Istituto. Una tendenza che potrebbe far segnare, sulla base dei dati al primo gennaio 2020 al netto della crisi da pandemia e della guerra, un disavanzo patrimoniale dell’Istituto di 92 miliardi in 10 anni.
“Non esiste un problema di sostenibilità – hanno spigato – quanto piuttosto un ‘alert’ che segnala come serva crescita economica e produttività per un sistema in equilibrio”.

Pensionati, le donne percepiscono il 44% dei redditi pensionistici

pensionati a fine dicembre 2021 erano 16 milioni per un importo lordo complessivo di quasi 312 miliardi (+1,55% sul 2020). Sebbene le donne siano il 52% del totale (8,3 milioni a fronte di 7,7 milioni di uomini), percepiscono solo il 44% dei redditi pensionistici ovvero 137 miliardi di euro contro i 175 miliardi dei maschi. L’importo medio mensile dei redditi percepiti dagli uomini – si legge “è superiore a quello delle donne del 37%”. Se in media i pensionati percepiscono 1.620 euro al mese le donne hanno 1.374 euro, oltre 500 in meno degli uomini (1.884).

Con 9 euro l’ora versati e 30 anni di lavoro la pensione sarebbe di 750 euro

 L’Inps ipotizza quindi il futuro previdenziale della generazione X (i nati tra il 1965 e il 1980), calcolando che, con 30 anni di contributi versati e un salario di 9 euro l’ora, un lavoratore potrebbe avere una pensione a 65 anni di circa 750 euro. I più giovani lavorano in media tre anni in più rispetto ai più anziani. “Se il soggetto percepisse 9 euro l’ora per tutta la vita attiva, si stima che l’importo di pensione – si legge – si aggiri sui 750 euro mensili (a prezzi correnti), un valore superiore al trattamento minimo, pari a 524 euro al mese per il 2022.

Boom dimissioni, 1,1 mln in ultimo anno

Nel 2021, soprattutto nel secondo semestre, si è registrato un rilevante incremento delle dimissioni relative a rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Le dimissioni sono cresciute passando da 950.000 nell’ultima annualità pre-pandemica (febbraio 2019-gennaio 2020) a quasi 1,1 milioni nell’ultima annualità osservata (febbraio 2021-gennaio 2022). L’incremento è stato più intenso nelle imprese con oltre 15 dipendenti, dove le dimissioni sono cresciute di 100.000 unità; nelle piccole imprese l’incremento si è fermato al di sotto delle 50.000 unità. L’istituto sottolinea che si tratta soprattutto di un “segnale della riattivazione dei flussi nel mercato del lavoro: infatti il tasso di ricollocazione entro tre mesi è ritornato ai valori registrati nel 2019 (tra il 60 e il 70%)”.

Reddito di cittadinanza, sostegno per 4,8 milioni di persone

“Nei primi 36 mesi di applicazione del Reddito di cittadinanza (aprile 2019-aprile 2022) la misura ha raggiunto 2,2 milioni di nuclei familiari per 4,8 milioni di persone, per un’erogazione totale di quasi 23 miliardi di euro“. Così il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. L’importo medio mensile risulta per il mese di marzo 2022 pari a 548 euro per nucleo familiare, molto differenziato tra RdC (577 euro) e PdC (248 euro).