Il centro studi di Confindustria ha apportato delle correzioni alle stime sul 2024, rivedendo al ribasso la crescita del Pil. Da parte dell’organizzazione rappresentativa arriva anche un avvertimento, con la previsione di scenari non troppo rosei: “L’economia italiana sta di nuovo scivolando verso i modesti ritmi di crescita che l’avevano contraddistinta nei decenni precedenti“. Il Pil, nell’anno corrente, “avanza di appena 0,7%“, una variazione, spiega Confindustriale, “già interamente acquisita a metà anno”. Per quanto concerne invece il 2024, “in media andrà peggio, +0,5%“, in diminuzione dunque dal +1,2% stimato a marzo. Tale crescita, modesta e a rilento, è “trainata quasi interamente dai consumi delle famiglie“.
Confindustria, rivista al ribasso la crescita del Pil: +0,5 nel 2024
Il rallentamento del Pil, secondo le stime elaborate dal centro studi, è da attribuire “all’effetto negativo dei tassi di interesse elevati sulle imprese e sulle famiglie, e a una dinamica negativa, nell’anno in corso, del commercio internazionale“. Si registra un calo soprattutto nei settori energivori, tra i quali rientrano carta, chimica, metalli non metalliferi e metallurgia, ma anche nella filiera delle costruzioni, come legno e prodotti in metallo. Dall’altra parte, si segnala una flessione positiva per i comparti ad alta tecnologia, come le attività di computer ed elettronica e delle apparecchiature elettriche e l’area farmaceutica.
Lungo lo stivale, crollano gli investimenti, mentre tengono i consumi, che appaiono “deboli ma resilienti“. La spesa delle famiglie, pressoché in stasi nella seconda metà del 2023, tornerà a crescere nel 2024 (+0,6%), con maggiore slancio nella seconda metà dell’anno, per un combinarsi di alcune condizioni favorevoli:
Sulla scia della discesa dell’inflazione e, quindi, del recupero del potere d’acquisto, oltre che sospinti da un miglioramento delle condizioni economiche e da una dinamica salariale più sostenuta.
Investimenti in preoccupante calo: +0,5% nel 2023 e -0,1% nel 2024
Come già anticipato, l’analisi degli investimenti è più critica. Questi, infatti, sono in preoccupante calo, a causa dell’affievolirsi della spinta delle costruzioni e di Industria 4.0, correlate al Pnrr. Gli investimenti fissi lordi sono calati a picco: dal +9,7 del 2022 al +0,5% quest’anno, con una diminuzione del -0,1% nel 2024. Ad aggravare la situazione concorrono due elementi:
La perdurante intonazione restrittiva della politica monetaria, che sta avendo un impatto più profondo dell’atteso e continuerà ad averlo per un periodo più lungo e il minor ammontare di investimenti realizzati con il Pnrr rispetto a quanto programmato nel Def di aprile scorso.
Perfino per il commercio estero il momento non è dei migliori: nel 2023, ci si è trovati di fronte a “una battuta d’arresto” di import ed export (+0,8%), ma per il 2024 si prevede un’accelerazione graduale nel 2024 (+2,3%).