Opzione Donna requisiti 2024: con la pubblicazione della circolare n. 59 del 3 maggio 2024 l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha fornito le istruzioni applicative in condivisione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS) per quanto riguarda le modifiche che sono state apportate per l’anno in corso in materia di pensione anticipata c.d. Opzione Donna.

La suddetta circolare INPS, in particolare, che è stata redatta dalla Direzione Centrale Pensioni e dalla Direzione Centrale Tecnologia, Informatica e Innovazione, fa riferimento alle disposizioni legislative che sono contenute all’interno dell’art. 1, comma 138, della legge n. 213 del 30 dicembre 2023 (c.d. Legge di Bilancio 2024), recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026”, la quale è stata pubblicata all’interno del Supplemento Ordinario n. 40/L della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 303 del 30 dicembre 2023.

La circolare in oggetto, inoltre, si riferisce anche alle modifiche che sono state apportate da parte della sopra citata Legge di Bilancio 2024 a quanto era stato precedentemente disposto all’interno dell’art. 16, comma 1 bis, del decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019, recante “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”, il quale è stato pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale, n. 23 del 28 gennaio 2019, ed il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 213 del 30 dicembre 2023.

Opzione Donna requisiti 2024: ecco quali sono i requisiti e le condizioni per l’accesso alla pensione anticipata da parte delle lavoratrici

Come abbiamo già accennato anche durante il corso del precedente paragrafo, in base a quanto è stato previsto dal sopra citato art. 1, comma 138, della Legge di Bilancio 2024, è stato esteso il diritto di beneficiare della pensione anticipata c.d. Opzione Donna alle lavoratrici che hanno maturato i requisiti che sono necessari entro il termine ultimo del 31 dicembre 2023.

Pertanto, nello specifico, possono accedere al suddetto trattamento pensionistico tutte le donne lavoratrici che possiedano i seguenti requisiti:

  • avere un’età anagrafica di almeno 61 anni al 31 dicembre 2023;
  • aver maturato entro il 31 dicembre 2023 un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni, ovvero aver versato i contributi dovuti per un periodo di tempo pari ad almeno 35 anni.

Per quanto riguarda il requisito anagrafico che richiede alla lavoratrice di avere almeno 61 anni le norme che sono attualmente in vigore permettono di beneficiare di una riduzione di un anno per ogni figlio, fino ad un limite massimo di due anni.

Per le lavoratrici di cui all’art. 16, comma 1 bis, lett. c), del decreto legge n. 4 del 2019, invece, la riduzione massima di due anni del requisito anagrafico è prevista anche nel caso in cui non si abbiano dei figli.

In merito al requisito contributivo, poi, devono essere presi in considerazione anche i periodi assicurativi che sono maturati all’interno di Paesi esteri in cui si applicano i regolamenti dell’Unione Europea (UE) in materia di sicurezza sociale oppure all’interno di Paesi esteri che sono regolati da apposite convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia.

In definitiva, oltre al possesso dei sopra citati requisiti anagrafici e contributivi, ecco quali sono le condizioni che devono essere rispettate al fine di accedere alla pensione anticipata c.d. Opzione Donna:

  • assistere da almeno 6 mesi a partire dalla data di presentazione della domanda uno dei seguenti soggetti:
    • coniuge;
    • parte dell’unione civile;
    • parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
    • parente o affine di secondo grado convivente con un genitore, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap grave che abbia almeno 70 anni, che sia affetto da patologie invalidanti oppure che sia deceduto o mancante;
  • avere una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%;
  • essere dipendenti o essere state licenziate da imprese per cui è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.