La sua esperienza con la Lazio per consacrarsi, quella con il Milan per vincere. Mario Ielpo ha lasciato Roma con tanti sogni nel cassetto e la maggior parte li ha realizzati in rossonero: due scudetti, due Supercoppe italiane e una europea, e poi il desiderio più bramato da ogni calciatore, sua maestà la Champions League. Ragazzo umile e distinto, il portiere avvocato, come piace a tutti ricordare. Un esempio per molti, uno capace di far conciliare la carriera da calciatore agli studi di Giurisprudenza. Per commentare il momento difficile della squadra di Pioli e il prossimo impegno dei rossoneri, Milan-Frosinone, Ielpo è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Milan-Frosinone, Ielpo a Tag24

Continua il periodo negativo in casa Milan. La sconfitta arrivata contro il Borussia Dortmund non lascia scampo alle interpretazioni, ma non è certo la Champions League il problema principale. Il girone era complicatissimo, i rossoneri lo sapevano sin dal principio. A preoccupare però è soprattutto la situazione infortunati, le assenze continue, le prestazioni altalenanti e la mancanza di continuità. Pioli non gode più della stessa fiducia da gran parte dell’ambiente, ma la società è ancora dalla sua parte. In campionato, contro il Frosinone, sarà l’occasione per dare una svolta alla stagione. E pensare che fino a qualche settimana fa, i rossoneri sembravano più in forma addirittura dell’Inter. Per commentare il momento negativo, il passaggio a vuoto in Champions e il prossimo impegno, Milan-Frosinone, Ielpo, ex portiere che ha vestito la maglia del Diavolo per tre stagioni. è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La sconfitta con il Borussia Dortmund e la situazione di classifica in Champions League rischia di portare con sé scorie anche in campionato?

“Se non arrivano risultati si genera una sorta di effetto domino. La pressione aumenta e la soluzione al problema non si trova. In Champions e in campionato il Milan non sta andando bene ed è chiaro che si genera polemica. L’ambiente non è soddisfatto e Pioli deve fare i conti con i calciatori che ha a disposizione, insomma non è un buon momento”.

I tifosi iniziano ad interrogarsi sulla posizione di Pioli, rischia l’esonero e da parte tua c’è ancora fiducia?

“Non ho informazioni rispetto al possibile esonero ma mi sembra difficile. Non mi pare ci siano grandi nomi disponibili sulla piazza e non penso che la società possa andarsi ad impelagare in una situazione simile. A meno che non dovesse crollare tutto e si dovesse arrivare a uno scenario apocalittico, si arriverà insieme alla fine della stagione e poi si faranno tutte le valutazioni del caso. Per quel che mi riguarda ho fiducia in Pioli, penso però che i cicli finiscono e forse è terminato anche il suo. Nel nostro calcio funziona così e anche la sua esperienza al Milan è destinata a finire. Questo non vuol dire che non sia un grande allenatore, cosa che tra l’altro ha già dimostrato”.

Una serie infinita di infortuni ha condizionato la stagione, possibile sia solo sfortuna o si è sbagliato qualcosa nella preparazione?

“Un po’ c’è lo storico dei giocatori, perché una volta che ti capita un infortunio muscolare, poi è facile che capiti di nuovo. Non si guarisce mai del tutto quando ci sono delle lesioni. Uno come Calabria ad esempio, che io conosco sin da quando era ragazzino, si stirerà sempre per una o due volte all’anno. Queste sono cose che si sanno e che devi mettere in conto e i ragazzi non possono fuggire. Detto questo è chiaro che c’è anche qualcosa che non torna, perché gli infortuni stanno coinvolgendo anche ragazzi giovanissimi e senza precedenti. Kalulu, Thiaw, Leao, questo è strano. Da cosa dipende non lo so, ma va ricercata la motivazione. Non possono farla passare come una situazione normale e devono cambiare qualcosa per capire se c’è modo di aiutarsi e migliorare la situazione. Vanno trovati stimoli diversi, così non è possibile”.

Periodo di grossa crisi, di chi sono le responsabilità maggiori?

“I conti si fanno alla fine della stagione. Se il Milan arriva tra le prime quattro avrà fatto il suo. Non sarà una stagione straordinaria e da ricordare, ma neanche un fallimento completo. Siamo abituati a puntare sempre il dito verso qualcuno. Se uno fa gol la colpa è del difensore o del portiere? Guardiamo anche alla bravura dell’attaccante. Il ragionamento del, solo chi vince non sbaglia e tutti gli altri sono colpevoli di qualcosa, non mi piace. Il Milan dovrà essere competitivo fino alla fine e se così non sarà avrà sbagliato. Certo è che è passato troppo inosservato l’addio di Maldini e Massara. Lì si è creato un vuoto, a prescindere da ciò che hanno fatto bene e ciò che hanno sbagliato. Avevano ruoli importanti, erano sempre lì e non sono stati sostituiti”.

Quali sono le insidie del match con il Frosinone?

“Il Frosinone sente il sangue della grossa preda. Gioca contro una squadra nobilissima, reduce da una gara difficile in settimana che gli ha tolto energie importanti e in un momento di difficoltà. Vorranno sfruttare l’occasione per fare bottino pieno alla Scala del calcio. Fuori casa finora non hanno fatto benissimo, però è una partita a rischio per il Milan perché non sappiamo come si presenterà davanti. Stanno trovando fatica a fare gol. Quella di Di Francesco non è una squadra che si chiude e i rossoneri avranno spazio. Però non devono rischiare di esporsi alle giocate del Frosinone che non starà di certo lì a guardare”.