PLUSVALENZE FIGC JUVENTUS – Plusvalenze, la Procura della Federcalcio si è impegnata a rimettere in discussione l’assoluzione della Juventus riaprendo il processo. Dopo aver letto le carte dei PM di Torino, gli inquirenti federali hanno chiesto la revocazione della sentenza data dalla Corte di Appello. Con tale giudizio, la FIGC aveva assolto la Juventus e altre dieci società. La Procura guidata da Giuseppe Chiné ha rinvenuto nella lettura dei documenti forniti dalla Procura di Torino, nuovi elementi in grado di riaprire il caso. Secondo quanto riportato dall’Agenzia di Stampa Ansa, in queste ore gli addetti ai lavori starebbero notificando alle parti interessate la richiesta di revocazione per la sentenza definitiva emessa: la riapertura dell’indagine riguarderebbe la Juventus, ma anche altre squadre.

Plusvalenze FIGC Juventus, coinvolti anche altri 8 club

La riapertura dell’inchiesta riguarda la Juventus, la Sampdoria, la Pro Vercelli, il Genoa, il Parma, il Pisa, l’Empoli, il Novara e il Pescara. È stata chiesta sulla base dell’articolo 63 del Codice di Giustizia Sportiva. “Solo in presenza di atti nuovi e ritenuti decisivi per la revisione della decisione definitiva pronunciata dalla Corte di Appello Federale“, il Procuratore Federale avrebbe potuto decidere di impugnare la sentenza, cosa che appunto è avvenuta oggi.

Il processo sportivo riguardante l’inchiesta sulle plusvalenze si era conclusa in primo grado lo scorso aprile, con il proscioglimento per tutti i dirigenti e le società finite a giudizio davanti al Tribunale Nazionale Federale. Allora, c’erano tra di loro, il Presidente della Juve, Andrea Agnelli, e il numero uno del Napoli, Aurelio De Laurentiis, e si trattava di 59 dirigenti e undici club, di cui cinque di Serie A (Genoa, Sampdoria ed Empoli, oltre a Juve e Napoli). Delle società assolte lo scorso 17 maggio, la posizione del Napoli non è in discussione, visto che a quel tempo si prendeva in considerazione solo l’affare Osimhen, che non coinvolge la Juve.

Nell’estate 2021, la CONSOB, e successivamente la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, organo federale della FIGC, hanno messo sotto la lente di ingrandimento 62 operazioni di calciomercato della Serie A, di cui 42 riguardanti la Juventus. A far scattare il campanello d’allarme è stata la voce “plusvalenza“, presente negli ultimi bilanci di tutte le società di Serie A: si trattava del 20% dei fatturati pari a 700 milioni di euro. Nel 2022 il Tribunale Federale respinge le accuse della Procura Federale prosciogliendo tutti gli indagati. Adesso però, è la Procura di Torino a volerci vedere chiaro, decidendo di aprire un’indagine su queste stesse operazioni. Da lì, l’invio di 16 avvisi di garanzia che hanno coinvolto anche nomi come Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene, accusati di falso in bilancio, false comunicazioni sociali e manipolazione del marcato.

L’inchiesta potrebbe allargarsi ulteriormente. La Procura Federale ha infatti aperto un nuovo fascicolo nei confronti della Juventus e di altre squadre che non comparivano nella prima indagine sportiva, ma che hanno effettuato operazione con i bianconeri finite all’interno dell’inchiesta Prisma. Nell’esame sono emerse “nuove condotte disciplinarmente rilevanti“.

Le contestazioni dei PM

I PM torinesi hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex Presidente bianconero Andrea Agnelli e di altri dirigenti per false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza e fatturazioni fittizie, concentrandosi sugli scambi di calciatori senza passaggio di denaro, oltre che sulle manovre degli stipendi. Per quanto riguarda il filone delle plusvalenze, i magistrati accusano la Juventus, di aver sovrastimato le plusvalenze per un totale di 155 milioni tra le stagioni 2018-2019 e il 2020-2021. I guadagni non coinciderebbero con il reale valore dei giocatori acquistati, messi in bilancio per ammortizzare le perdite. Per questo motivo, dopo l’assoluzione dello scorso aprile di tutte, comprese le altre 10 società di Serie A coinvolte, gli inquirenti hanno chiesto di riaprire il caso, dopo aver visionato quanto raccolto dalla Procura della Repubblica di Torino.