Juventus intercettazioni plusvalenze, un incubo per il club bianconero che a distanza di 16 anni rivede gli spettri di Calciopoli. Certo, come hanno suggerito prima il presidente della FIGC, Gravina, e poi l’ex capitano della Juve, Alessandro Del Piero, è presto per dare sentenze e occorre che le indagini facciano il loro corso.

È indubbio, però, che il colpo all’immagine della Vecchia Signora sia di quelli da ko. Nell’ambito dell’inchiesta Prisma sui bilanci della Juve dal 2019 al 2021, i magistrati della Procura di Torino hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio per dodici persone. Tra questi, l’ex presidente Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e lo stesso club bianconero, in qualità di persona giuridica.

Nei prossimi giorni il gup fisserà l’udienza nella quale decidere se procedere con il processo, accettando così il rinvio a giudizio, oppure emettere un decreto di non luogo a procedere.

Juventus intercettazioni plusvalenze: “Come Calciopoli”

Nella giornata di oggi sono trapelate alcune delle intercettazioni al vaglio degli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta Prisma che ha travolto il club bianconero. Per la Juventus, le intercettazioni plusvalenze effettuate dalla Guardia di Finanza di Torino riguardano dirigenti e vertici della società più scudettata d’Italia.

La situazione è davvero delicata. Io in 15 anni faccio un solo paragone: Calciopoli. Lì c’era tutto il mondo che ci tirava contro, questa invece ce la siamo creata noi“. Queste le parole di Stefano Bertola (ex direttore finanziario della Juventus) al ds bianconero Federico Cherubini, carpite durante un’intercettazione ambientale.

L’episodio fa riferimento ad alcune ore di conversazione al tavolo di un ristorante torinese, la sera del 23 luglio 2021, captate dalle microspie piazzate dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria su indicazione del pool di magistrati dell’Inchiesta Prisma, che indaga sui conti della Juventus dal 2018 al 2021.

Il focus della conversazione tra Bertola e Cherubini verte sui controlli della Consob e sulle plusvalenze portate avanti dalla Vecchia Signora.

L’ex dg della Juventus Paratici al centro dello scandalo

Le plusvalenze, il metodo Paratici

Nell’ambito delle intercettazioni, viene spesso tirato in ballo l’ex dirigente bianconero Fabio Paratici, ora al Tottenham. È Cherubini a fare il suo nome: “Con Fabio (Paratici, ndr) non si poteva ragionare… finché c’è stato Marotta gli metteva un freno, quando è andato via ha avuto carta libera… Si poteva svegliare la mattina e firmare 20 milioni senza che nessuno gli dicesse niente… Io gliel’ho detto: è una modalità lecita ma hai spinto troppo. E lui mi rispondeva: ‘Non ci importa nulla, perché negli scambi se metti 4 o metti 10 è uguale, nessuno ti può dire nulla’“.

Per l’accusa conversazioni di questo genere confermerebbe il metodo plusvalenze della Juve indirizzato a truccare i bilanci per mascherare perdite:

Supercazzola alla Consob

E veniamo alla Consob. Proprio le ispezioni della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa nel luglio 2021 erano l’argomento caldo di diverse telefonate tra i dirigenti bianconeri intercettate dagli inquirenti. “Tanto la Consob la supercazzoliamo“, diceva il 15 ottobre 2021 il direttore finanziario della Juve Stefano Cerrato a un collega, a proposito della plusvalenza da 8 milioni scaturita dallo scambio di mercato col Marsiglia fra i giocatori Tongya e Aké. L’espressione che i fan di Ugo Tognazzi ricorderanno sicuramente – suo il Conte Mascetti della trilogia di ‘Amici Miei’ – ritorna anche in un dialogo fra lo stesso Cerrato e Roberto Grossi, revisore di Ernst&Young, a proposito dello scambio Arthur-Pjanic col Barcellona: “Penso che sarebbe opportuno dargli (alla Consob, ndr) un riferimento più o meno di principio contabile o di qualche cosa, cioè posso io supercazzolarli in modo più raffinato?“. Altri scambi di battute al centro delle indagini: “Non dite che non usate Transfermarkt, dite che qualche volta lo usate“. Secondo la procura di Torino, questo dimostrerebbe una linea comune fra la società Juventus e i revisori, che invece avrebbero dovuto essere dei controllori indipendenti. Resta da vedere ora come si difenderà la Juve.