Ieri, nemmeno una parola di Elly Schlein per gli atti di vandalismo contro una sinagoga romana. Oggi, nemmeno una parola di Elly Schlein sul caso giudiziario che vede coinvolta Federica Mogherini, l'ex Alta rappresentante Ue per la politica estera nata e cresciuta nel Pd.
I dem rischiano di affogare oltre che nell'antisemitismo anche nel giustizialismo?
Se ieri almeno delle dichiarazioni (seppur in ritardo e di circostanza) sono arrivate da parte di alcuni esponenti della segreteria nazionale, oggi il silenzio tombale.
Eppure, la Procura che ha aperto il caso Mogherini facendole anche trascorrere una notte nello stato di fermo, non ha buoni precedenti: è la stessa del Qatargate, per dire, l'inchiesta che, dopo arresti clamorosi, è finita su un binario morto. E anche questa volta, la vicenda per cui si è mossa non sembra offrire la cosiddetta pistola fumante. Tutt'altro: sembra più mediatica che sostanziale.
Secondo l'accusa, infatti, l'ambasciatore Stefano Sannino, all'epoca dei fatti segretario generale della Seae, una sorta di ministero degli Esteri dell'Unione, avrebbe favorito il Collegio d'Europa di Bruges, di cui Mogherini è rettrice, affidandogli un progetto.
Come l'avrebbe favorita? Facendole comprare un immobile che avrebbe fatto la differenza per vincere la gara d'appalto. Ma perché l'avrebbe fatto è tutto da ricostruire.
Ma tant'è: dal Nazareno non arriva mezza parola sul caso. Né da Elly Schlein, né dal responsabile Esteri ed Europa Peppe Provenzano né dalla responsabile Giustizia Debora Serracchiani.
Eppure, basterebbe un laconico "esprimiamo fiducia nella magistratura europea e allo stesso momento fiducia in Federica Mogherini".
Niente. Tra i pochissimi a parlare dell'ultimo caso giudiziario che arriva da Bruxelles dopo il Qatargate e l'Huaweigate, solo l'ex sindaco di Firenze ora europarlamentare Dario Nardella e l'ex deputata Anna Paola Concia.
Le reazioni politiche sono state per lo più moderate. In ambito Pd, Pier Luigi Bersani ha invitato alla prudenza, mettendo in guardia dalla strumentalizzazione politica possibile nell’ambito di un “tiro al piccione” nei confronti dell’Europa.
Anche Forza Italia ha espresso una posizione garantista, sottolineando il diritto di Mogherini a una difesa equa. Dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, invece, sono arrivate richieste di chiarezza immediata e di iniziative incisive per fare luce sui fatti.
Già. Ma il Pd, il partito che ha lanciato Mogherini nel gotha europeo, dov'è?
In suo favore si è speso pubblicamente Dario Nardella con queste parole:
ha dichiarato a Repubblica. Anna Paola Concia, invece, ha scritto questo tweet:
Ieri è andato in onda lo sfogo manettaro. Il popolo social e tanti giornali, hanno emesso la sentenza definitiva contro @FedericaMog.Io invece sono rimasta malissimo. Spero con tutto il cuore che Federica possa uscirne innocente. #Mogherini (ricordate il flop del #Qatargate?)
— anna paola concia (@annapaolaconcia) December 3, 2025
E quindi, la domanda è legittima: il Partito Democratico sta diventando un partito giustizialista sotto la guida di Elly Schlein?
Ma non solo: il silenzio della segretaria, che sembra quantomeno opportunistico, davvero consentirà ai dem di incrementare i loro voti?
Il Pd davvero ritiene che il caso Mogherini non meriti un minimo di attenzione tanto più che subito è stato cavalcato dalla Russia per gettare discredito nei confronti dell'Europa?
Le notizie arrivate da Bruxelles sembrano non fare altro che accentuare una posizione sempre più paragrillina e populistica del Nazareno. Il che certo non aiuterà il Pd a farsi riconoscere come il partito attorno al quale può nascere un'alternativa al governo Meloni.