I fermi dell'ex Alto rappresentante della politica estera dell'Unione Europea Federica Mogherini, dell'ambasciatore Stefano Sannino e del funzionario Cesare Zegretti, rilasciati nella notte, ma coinvolti nel presunto scandalo sui fondi per i giovani diplomatici europei, dà modo a Marco Travaglio di firmare l'ennesimo editoriale contro l'Unione Europea, proprio come se il direttore del Fatto Quotidiano fosse il miglior amico di Putin.
Ma tant'è: questa non è una novità.
Non resta che ricordare che la Procura che ha incriminato Mogherini, Sannino e Zegretti è la stessa del Qatar gate che giusto tre anni fa pure fece molto scandalo sui giornali salvo però finire come una bolla di sapone.
In ogni caso, come un toro che carica quando vede rosso, Marco Travaglio, oggi, non fa prigionieri. Nel senso che condanna tutti e tutto facendo passare Federica Mogherini, Stefano Sannino e Cesare Zegretti come già colpevoli e soprattutto tutta l'Unione Europea come null'altro che un covo di vipere e corrotti. Soprattutto quando cerca di proteggere i Paesi del Vecchio Continente dalle minacce del regime di Putin:
In effetti, i successori di Federica Mogherini hanno dovuto avere a che fare con le mire espansionistiche e le invasioni di Putin. Quindi, per Travaglio, meritano solo insulti.
Un presunto scandalo giudiziario, tutto da dimostrare, quindi, non fa altro che offrire il destro al direttore del Fatto Quotidiano per gettare fango e discredito sull'Italia e sull'Europa.
Oltre a Federica Mogherini, Travaglio asfalta non a caso anche coloro i quali le sono succeduti alla guida della politica estera dell'Ue, il socialista Josep Borrell e la liberale Kaja Kallas.
Evidentemente, per Travaglio non è così perché preferirebbe vivere sotto un regime come quello russo o cinese.
Ma Borrell è imperdonabile ai suoi occhi perché già all'epoca, davanti all'espansionismo russo, "teorizzò che attaccare la Russia sarebbe "legittimo ai sensi del diritto internazionale", quello che si è scritto lui in cameretta...".
Travaglio, allora, bolla Borrell così:
Ma è venendo ai giorni nostri che Travaglio affila ancora più il suo eloquio. Parlando dell'attuale Alto rappresentante della politica estera dell'Unione Europea, l'estone Kaja Kallas, scrive che anche lei "è famosa per le sue supersoniche cazzate":
Travaglio la accusa di non sapere la storia:
Come dire: i rapporti internazionali, per Travaglio, devono essere decisi dalla forza, dai soprusi, dalla violenza, dai criimini di guerra di cui si è macchiato il Cremlino. Non dal diritto internazionale che invoca l'Ucraina, un Paese invaso, e l'Unione Europea.
Del resto, per il direttore del Fatto, funziona un po' come per le condanne: le decide lui appena si apre un'inchiesta giudiziaria, mica un tribunale alla fine di un processo?