Non accenna a fermarsi l’aumento del prezzo medio degli affitti in Italia: lo dimostra l’ultimo report stilato da Idealista, portale che compara domanda e offerta in ambito immobiliare. Il rialzo, nel solo mese di maggio, raggiunge il 3,8%. La spesa media per un affitto al metro quadro, nel dettaglio, raggiunge quota 13 euro.

Negli ultimi 12 mesi gli affitti sono aumentati mediamente dell’11,8% in tutto il Paese. Le uniche regioni dove questa percentuale è in calo sono Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Umbria. Aumenti vertiginosi nelle Marche (+8,9%), in Emilia Romagna (7,5%) e in Calabria (6,8%). Per quanto riguarda i prezzi medi la Valle d’Aosta si assesta come regione più cara, con ben 18,3 euro mensili al metro quadro, seguita da Toscana (17,7 euro/mq) e Lombardia (17 euro/mq). Fanalino di coda è il Molise, la regione più economica per gli affittuari con i suoi 6,2 euro mensili medi al metro quadro.

Aumento prezzo medio affitti in Italia, il Movimento italiano dei genitori: “Confronto aperto tra le istituzioni e le famiglie”

La questione del caro affitti continua a tenere banco dopo che nelle ultime settimane in diverse città d’Italia erano nate diverse forme di protesta contro un fenomeno divenuto ormai insostenibile, soprattutto per gli studenti. Il governo è al lavoro per mettere a punto una soluzione, mentre nel frattempo c’è chi ha provato a proporre la sua personale alternativa. È il caso dell’amministrazione comunale di Firenze, che ha deciso di mettere un freno agli affitti brevi nell’area Unesco per tentare di disincentivare il problema della residenzialità nelle città.

Una questione presa di petto da Antonio Affinita, direttore generale del Moige, il Movimento italiano dei genitori. Ai microfoni di Repubblica, il portavoce ha sottolineato come il costo degli affitti, in aggiunta a quello degli studi, sia diventato un’autentica spada di Damocle sulle teste delle famiglie.

Sarebbe importante avviare un confronto aperto tra le associazioni dei genitori, quelle di categoria, gli atenei e il Governo, per cercare di trovare una soluzione affinché il comma 3 dell’articolo 34 della nostra Costituzione venga rispettato: ‘i capaci e i meritevoli, anche privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi’.