È difficile immaginare il valore di una medaglia, qualsiasi tipo essa sia. Dietro si celano le fatiche, gli infortuni, i dolori e le gioie, i denti stretti e i muscoli indolenziti. Tutte più o meno così. Ma quelle olimpiche hanno un altro sapore perché le vince e certifichi di essere il migliore al mondo in quella disciplina. E come valore sentimentale non ha fini. Lo sa bene Sara Simeoni a cui sono entrati in casa e hanno rubato diversi oggetti, fra cui l’oro vinto a Mosca nel 1980 nel salto in alto. Il furto della medaglia olimpica è stato per Simeoni doloroso.

Sara Simeoni e Erminio Azzaro, il marito, quella maledetta sera erano usciti. In paese, a Rivoli Veronese, c’era la sagra dell’asparago. Il figlio era uscito e quindi in casa non c’era nessuno. La scoperta del furto è stata un duro colpo per la campionessa, che al Tg1 ha confidato:

Significa anni di allenamenti, di sacrifici e rinunce, di scelte. Non è semplice vincere una medaglia alle olimpiadi. È il simbolo di tante attese, significa tutto“. Il palmares, oltre all’oro di Mosca, annovera anche gli argenti a Montreal del 1976 e Los Angeles del 1984, che fortunatamente – ma è una magra consolazione – non sono stati portati via dai ladri.

Furto medaglia olimpica Simeoni: il racconto del marito Erminio

In casa non c’era nessuno, mio figlio è tornato a casa alle 19 e poi è uscito verso le 20.30 con degli amici. In paese c’era la sagra degli asparagi“, racconta il marito di Sara, Erminio, a Tag24, anche lui campione di salto in alto e poi allenatore. “Quando rientri in casa e la ritrovi con tutto per terra è traumatizzante. Poi se hai qualcosa di valore, al di là del valore monetario che può avere, ma ha un significato per te. Se poi ti portano via la medaglia olimpica stai malissimo“, ha aggiunto augurandosi che a quelli che l’hanno rubata “arrivi il messaggio che la medaglia olimpica non ha un valore. È bagnata d’oro, saranno circa 5 grammi d’oro, non ha un grande valore”.

“All’inizio – prosegue – l’ha affrontata diciamo bene, con molto rammarico Ma la prima cosa era sistemare tutta la casa, siamo stati fino alle 3 di mattina a mette a posto. Un paio di giorni dopo abbiamo realizzato e assimilato quello che è successo. C’è molta rabbia, ma anche tristezza e tanto rammarico”. E aggiunge: “Sara ha fatto un appello chiedendo indietro la medaglia, del resto non importa. Non so cosa ne possono fare di una medaglia d’oro”. Ma per la coppia nulla è perduto perché, dice ancora Erminio, “se hanno ricevuto il messaggio, si accorgeranno che non possono utilizzarla…una piccola speranza c’è“. E conclude: “Quando ero allenatore ho condiviso i suoi successi. Per sdrammatizzare ho detto il rammarico ce lo spaliamo tra me, Sara e nostro figlio. Pian piano ne verremo fuori”.