Mentre la stagione 2022-2023 del campionato di Serie B è alle battute finali, il presidente della Ternana Calcio Stefano Bandecchi è proiettato verso il futuro, con il progetto di un azionariato popolare che permetta ai tifosi delle Fere di possedere una parte della loro squadra del cuore.

Ternana, per Bandecchi il futuro è l’azionariato popolare: “Sarà una soddisfazione per molti tifosi”

L’azionariato popolare come futuro della Ternana Calcio, nei piani del presidente Stefano Bandecchi. L’idea è stata rilanciata recentemente ai microfoni di Tag24 e del Cusano Media Group, raggiunto durante la sua campagna elettorale per le strade di Terni, dove Bandecchi è candidato sindaco per Alternativa Popolare.

Il fondatore dell’Università Niccolò Cusano mette i puntini sulle ‘i’ in merito alla cessione della società e ai suoi piani per il futuro delle Fere, che partono da un maggior coinvolgimento diretto da parte dei tifosi. Anzitutto, Bandecchi, sottolinea come la cessione non riguardi la totalità della società ma “il 45%”, precisando che i partner dovranno essere “ambiziosi quanto noi” e stare, dunque, al passo dei “progetti ambiziosi” che coinvolgono la Ternana Calcio.

Azionariato popolare per garantire il legame con il territorio delle società di calcio

Va proprio in questa direzione il progetto di azionariato popolare che il presidente del club aveva annunciato qualche tempo fa, e che torna a ribadire con ancora maggior convinzione.

Bandecchi dice di aver già buttato giù lo statuto della S.p.a. che “dovrà essere costituita a breve” e che vedrà la partecipazione dei tifosi nella gestione della squadra. Un’iniziativa che, secondo il presidente, rappresenterà “un importante e significativo cambio di marcia per la squadra della Ternana”, oltre a dare a molte persone “la soddisfazione di avere un pezzettino della Ternana, come accade con il Barcellona”.

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La Ternana, dunque, sembra intenzionata a farsi apripista di una forma di partecipazione dei tifosi alla vita delle società di calcio delle quali sono sostenitori che potrebbe diventare sempre più diffusa.
La conferma arriva dal Ddl Rapani, approdato in Senato e in attesa di essere discusso, che prevede che tutte le società, professionistiche e dilettantistiche, debbano diventare S.p.a. o S.r.l. Una strada che, come ha spiegato a Tag24 Carlo Rombolà, avvocato e docente universitario, rappresenta l’unico modo per mantenere in vita il radicamento nazionale dei club, la cui proprietà sembra sempre più proiettata verso l’estero.