Sul caso di Svb, Silicon Valley Bank, la più grande banca americana fallita dal 2008 ad oggi, il giornalista e scrittore Luca Ciarrocca intervenuto a Base Luna chiama Terra su Radio Cusano Campus ha evidenziato come ci possa essere un peccato originale delle banche centrali.

Svb banca importante per il settore tecnologico

Non una banca grandissima, ma preziosa per quanto riguarda il settore della tecnologia e delle start up. Secondo Ciarrocca infatti

Svb non era banca grande: era infatti 14° per dimensioni nel sistema bancario americano. Eppure aveva rilevanza nel sistema; essendo californiana, in sostanza metà dei clienti erano composti da startup e aziende innovative, operanti nel settore delle criptovalute, o dei private equity fund. Aveva clientela selettiva ed innovativa, che ha portato al boom degli anni scorsi.

Il fallimento di Svb causato dai tassi di interesse e il rischio domino

La banca californiana è stata costretta a dichiarare fallimento a causa del rialzo dei tassi di interesse deciso dalla Federal Reserve, la banca centrale americana (la medesima entità rispetto alla Bce europea, ndr), che così ha tentato di contrastare l’inflazione. Una scelta che, prosegue Ciarrocca, ha messo in difficoltà l’istituto di credito, dopo anni di investimenti a tasso zero:

In sostanza, il crack è frutto di una politica monetaria che ha inflazionato il mercato finanziario, creando una valanga di liquidità che ha dato la possibilità alle aziende nel mondo del leverage buy out e delle startup di fare affari. Con il rialzo dei tassi alcune banche si sono trovate allo scoperto, e quindi all’improvviso – ma neanche tanto per chi segue questo mondo– la banca è saltata. E non è l’unica, data la chiusura lunedì (il 13 marzo, ndr) anche di Signature bank, dando timore di qualche effetto contagio.

A proposito di un eventuale effetto domino poi, il tema è quello di un mercato quasi drogato da una massa di denaro che “sembra quella dei cartoni animati“, ma di cui hanno beneficiato solo in pochi:

Dal 2015 in poi Fed e Bce insieme hanno immesso sul mercato 9 trilioni di dollari. Novemila miliardi di dollari. A beneficiarne sono stati i «ben connessi» e gli speculatori, che hanno avuto modo di investire a tassi zero in aziende, obbligazioni, bond, startup. Ma questo denaro avrebbe dovuto dar beneficio all’economia reale (cittadini, piccole imprese, lavoratori, dipendenti). Non è accaduto. Il sistema bancario ha una falla, ha un vizio di origine, cioè che non può continuare ad essere salvato privilegiando i pochi felici a scapito della grande comunità allargata dei cittadini.

Attenzione alle criptovalute

Infine, il discorso punta l’attenzione anche sul tema delle criptovalute. Il consiglio? Fare attenzione ed essere diffidenti

Nel settore delle criptovalute c’è moltissima speculazione e molte truffe. Occhio agli shitcoin. In sostanza molti hanno messo su degli schemi Ponzi per perpetrare delle truffe vere e proprie. Alcune valute sono orientate a sopravvivere, come Bitcoin grazie alla sua diffusione. Ma è un settore che va guardato con grande cautela. Il rialzo registrato in questi giorni dipende dal meccanismo che vede Bitcoin e criptovalute essere molto legati ai tassi di interesse. Dopo l’intervento di Fed e del Tesoro americano a sostegno della SVB, i tassi sono scesi; in questo modo hanno dato fiato, in termini inversamente proporzionali, alle criptovalute. Prima di investire, consiglierei di documentarsi, leggere informarsi e non ascoltare i guru che predicano come saranno il futuro del sistema bancari.