A quasi 15 anni di distanza dalla crisi economica del 2008, una nuova grande banca chiude negli Stati Uniti. Stavolta ad alzare bandiera bianca è stata la SVB, Silicon Valley Bank, la prima grande vittima dell’aumento dei tassi di interesse. La crisi di Svb ha creato il panico nel mondo delle startup e nel settore finanziario globale, con enormi perdite dei titoli bancari negli Usa e in Europa.

Tempi duri per le banche tecnologiche

Specializzata in tecnologia, Svb chiude i battenti a pochi giorni da un altro fallimento, quello di Silvergate Bank, specializzata in criptovalute. A comunicarlo è stata Silvergate capital corporation, la holding che controlla la banca, annunciando la liquidazione ordinata delle operazioni dell’istituto di credito. Le azioni di Silvergate sono diminuite del 97% rispetto al massimo di novembre 2021, un calo che rispecchia quello del più ampio mercato delle criptovalute. Il fallimento di Svb avviene quindi poco dopo il crollo di Silvergate Capital e mentre gli investitori sono già preoccupati per le ramificazioni dell’aggressivo ciclo di inasprimento della Fed. Come ha spiegato la FDIC, la Federal Deposit Insurance Corporation nominata curatrice fallimentare,

“Al 31 dicembre 2022, la Silicon Valley Bank aveva circa 209 miliardi di dollari di attività totali e circa 175,4 miliardi di depositi totali. Al momento della chiusura, l’importo dei depositi in eccesso rispetto ai limiti assicurativi era indeterminato. L’importo dei depositi non assicurati sarà determinato una volta che la Fdic avrà ottenuto ulteriori informazioni dalla banca e dai clienti”.

Come riporta CNBC, l’ultimo fallimento bancario statunitense di queste dimensioni è stato Washington Mutual nel 2008, che aveva un patrimonio di 307 miliardi di dollari.

Il tentativo estremo di salvare la Silicon Valley Bank

Come ha scritto anche Tag24, le azioni di SVB sono state bloccate venerdì mattina dopo essere scese di oltre il 60% nel trading pre-mercato. Il titolo è crollato del 60% giovedì dopo che la banca ha dichiarato di dover vendere un portafoglio di titoli del Tesoro USA e $1,75 miliardi di azioni in perdita per coprire i depositi dei clienti in rapido calo. E la colpa di questo repentino fallimento è anche dei tassi di interesse che, tanto l’americana Fed quanto l’europea Bce, stanno alzando: Quando i tassi d’interesse erano prossimi allo zero, le banche si caricavano di buoni del Tesoro a lungo termine ea basso rischio. Ma mentre la Fed aumenta i tassi di interesse per combattere l’inflazione, il valore di tali attività è diminuito, lasciando le banche sedute su perdite non realizzate.