È previsto per giovedì prossimo l’arrivo in Italia di Michael Alessandrini, il 30enne reo confesso dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri a Pesaro, arrestato in Romania qualche ora dopo il ritrovamento del corpo del 27enne. L’uomo ha già ammesso le proprie responsabilità di fronte alle autorità rumene; una volta atterrato a Fiumicino, in attesa dell’interrogatorio di garanzia sarà trasferito nel carcere di Pesaro. Via libera, intanto, da parte della Procura, alla restituzione della salma della vittima alla famiglia, ancora in attesa di potergli dare sepoltura.

Omicidio Panzieri Alessandrini estradato dalla Romania: sarà in Italia giovedì

Alessandrini ha già confessato, davanti al giudice di Timisoara, di aver ucciso l’amico per gelosia. Sul telefono della vittima, ha raccontato, avrebbe trovato il numero di telefono di Julia, che considerava la sua fidanzata (ipotesi smentita dalla diretta interessata), insospettendosi. Così, al termine di una cena con l’amico d’infanzia – nel corso della quale i due avevano consumato pizza e birra, nella casa in cui Panzieri si era trasferito in affitto da appena quindici giorni -, seguita da un’accesa lite, aveva avuto un improvviso attacco d’ira, scagliandosi contro di lui. Il 27enne avrebbe provato a difendersi, ma invano. A confermarlo, i risultati dell’autopsia effettuata sulla salma per oltre sette ore, che ha permesso di ricostruire le esatte cause del decesso.

Secondo il medico legale, Pierpaolo sarebbe morto a causa delle ferite riportate in seguito alle più di 15 coltellate inflittegli da Alessandrini e in particolare una, sul collo, gli sarebbe stata fatale; il suo cuore, riferisce in una nota, avrebbe smesso di battere intorno alle 23. A quell’ora Alessandrini, con lucidità, si sarebbe dileguato dal suo appartamento, lasciando il corpo riverso a terra, in bagno, in una pozza di sangue – la stessa posizione in cui lo avrebbe ritrovato il fratello, il giorno successivo – e mettendosi alla guida della Renault Clio sottratta al padre, alla volta dell’Europa dell’Est. Con in tasca poche centinaia di euro chieste in prestito alla nonna, il 30enne avrebbe voluto raggiungere l’Ucraina, dove forse si sarebbe arruolato per combattere nel conflitto in corso, facendo perdere le proprie tracce.

Invece, una volta scattato l’allarme, era stato fermato in Romania: al momento dell’arresto, oltre al telefono della vittima, le autorità rumene avrebbero rinvenuto nella sua auto anche un coltello, probabilmente l’arma del delitto. Trasferito nel carcere di Timisoara, ha fin da subito ammesso le proprie responsabilità, opponendosi inizialmente al rientro in Italia per il timore, ovviamente infondato, di essere “ucciso dai servizi segreti italiani”. Sembra che il giovane soffra di divese manie, tanto che, nel corso degli anni, era stato allontanato da tutti i suoi conoscenti. L’unico a restargli accanto, nonostante tutto, era stato proprio Pierpaolo.

Accordato intanto il nulla osta per i funerali della vittima

“Nessuno di noi, compreso mio figlio, aveva timori sul comportamento di questa persona – aveva raccontato al Resto del Carlino la mamma di Pierpaolo, straziata dalla perdita del figlio-. Una fiducia sbagliata, certo, ma se una persona è libera di circolare e non è rinchiusa, non ci sono sospetti particolari di pericolo. Siamo una famiglia unita, ma ci è stato tolto un pezzo, per sempre. Ho visto mio figlio ammazzato e devo ancora dargli sepoltura. Non voglio parlare del responsabile di questa tragedia e dell’immenso dolore che ci ha provocato. Dico solo che deve scontare la pena per quello che ha fatto”. Sembra ora che, a tre mesi dal delitto, la Procura di Pesaro – una volta conclusi tutti i rilievi del caso – abbia finalmente dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia. Già nelle prossime ore, quindi, potrebbe essere fissata la data per i funerali del ragazzo e i suoi cari potranno dargli una degna sepoltura.