Denatalità significa culle vuote, ospizi pieni. La sintesi dell’inverno demografico che attanaglia il nostro Paese è in questa, allarmante, dicotomia. Nel 2021 sono nati meno di 400mila bambini, a fronte di 16 milioni di pensionati. E il trend è costante da almeno 15 anni. Se poi aggiungiamo all’equazione che l’indice di vecchiaia – il rapporto percentuale tra anziani di 65 anni e più e giovani di età inferiore a 15 anni – è pari a 187,9%, aumentato in vent’anni di oltre 56 punti, il dato è davvero allarmante. Tanto da definire la denatalità il virus del terzo millennio.

Denatalità obbligata: mancano le sicurezze

A rendere così drammatico il numero dei nuovi nascituri nel nostro Paese è un dato principale: non è il desiderio di diventare genitori a mancare. Sono le sicurezze. E il tempo, che porta a procrastinare le tappe familiari per una maggiore stabilità economica. Ne è convinto anche il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, che punta sulla necessità per gli italiani di “rischiare meno in tempi di incertezza”. Questo punto, per il numero uno dell’Istat “suggerisce l’idea di una diversa percezione del rischio all’interno della società rispetto ai decenni precedenti. Questo ‘gioco’ fa sì che si pensi ai figli quando non si è più giovanissimi”.

E questo inverno demografico si tramuta in uno svuotamento del serbatoio di lavoratori di cui l’Italia può beneficiare: se il collo dei lavoratori in entrata – leggasi i nuovi nati – si stringe, il rischio di non vedere sostituite le persone che dal mondo del lavoro escono, si incrementa.

L’appello della Sigo: la politica presti attenzione

Per riportare la denatalità sotto la lente di ingrandimento, la Sigo – società italiana di ginecologia ed ostetricia – lo scorso settembre era scesa in piazza per puntare l’attenzione sul futuro di questa emergenza nazionale. La società italiana di ginecologia ed ostetricia inoltre chiede di puntare l’attenzione anche sui primi 1000 giorni di nascita, sui percorsi di informazione dei giovani e l’ottimizzazione dei percorsi di nascita, chiedendo un confronto con il mondo politico. Un mondo politico che non è sordo a questo allarme. All’inizio del suo secondo mandato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha puntato proprio l’attenzione sul virus che sta riempiendo di polvere le culle italiane, e altrettanto ha fatto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana:

La denatalità è il suicidio per un Paese. Bisogna operare sul fronte politico e culturale. I bambini creano una società migliore”.