Assegno unico 2023, arrivano nuove prospettive per le famiglie. Non più importi bassi, ma scatta una notevole rivalutazione sull’assegno universale. Nella legge di Bilancio 2023 sono contenute tante nuove aspettative per le famiglie, si parla infatti, dell’applicazione di una maggiorazione nella misura del 50 per cento. Una condizione applicata per ogni figlio con meno di 1 anno, ma anche per i nuclei familiari particolarmente numerosi con un’età compresa da 1 a 3 anni.

Queste famiglie potranno godere di un decisivo aumento sull’assegno unico. Il governo Meloni per questo intervento ha previsto uno stanziamento di risorse per un complessivo 650 milioni. Salvo diverse disposizioni governative, i correttivi così pensati dovrebbero coinvolgere complessivamente 520 mila bambini rientranti nella sfera anagrafica sopra indicata.

L’intervento dovrebbe interessa all’incirca 369 mila bimbi fino a 1 anni e, ancora, la soglia anagrafica tra 1 a 3 anni dovrebbe riguardare 150 mila famiglie.

Assegno unico 2023: ecco quanti soldi spettano a queste famiglie

Le famiglie con figli ricevono tranquillamente l’assegno unico ogni mese. Nuove prospettive dovrebbero essere introdotte nel 2023, e riguardano per lo più l’aumento del beneficio economico.

Secondo numerosi esperti, il governo italiano attraverso l’aumento dell’assegno unico punta a generare un circuito di liquidità per sostenere le famiglie ad affrontare l’aumento globale dei prezzi al consumo.

Per ora, l’assegno unico rappresenta uno strumento necessario per garantire un supporto economico a favore dei figli. Seguendo questa ottica di pensiero, si comprende l’azione dell’Esecutivo votata nel garantire la massima collaborazione economica per sostenere i bisogni evolutivi dei figli.

A quanto ammonta l’aumento sull’assegno?

L’assegno unico per i figli nati nel 2022 e fino a 12 mesi, prevede un aumento pari a 87,5 euro. Per beneficiare di questo incremento occorre rientrare in un reddito ISEE non più alto di 15.000 euro.

Per le dichiarazioni reddituali di oltre 40.000 viene riconosciuto un aumento di 25 euro.

Il parametro di riferimento è chiaro, spettano più soldi alle famiglie con una risorsa economica bassa, per cui l’importo dell’assegno unico mensile corrisponde a 262,5 euro mensili.

Come si calcola l’aumento dell’assegno universale?

In buona sostanza, procedendo con una semplice operazione aritmetica, ovvero prendendo il valore dell’aumento massimo pari a 87,5 euro moltiplicato per 12 mesi, si ottiene un aumento del valore di 1.050 euro. Il totale mensile complessivo di 262,5 euro moltiplicato per 12 mesi, corrisponde a 3.150 euro.

Anche i redditi più alti beneficeranno dell’aumento sull’assegno unico 2023. Infatti, tutti coloro che rientrano nelle condizioni sopra elencate ricevono un aumento da 50 a 75 euro, per un totale complesso di 900 euro annui a testa per figlio. Dunque, l’incremento registrato corrisponde a 300 euro.

Il governo italiano ha stabilito che le famiglie con redditi abbastanza alti (oltre 40.000), non hanno diritto all’aumento sull’assegno unico.

Una collaborazione economica per sostenere i bisogni evolutivi dei figli

I bisogni evolutivi dei figli rappresentano il punto cruciale dell’intervento promosso dal Governo Meloni. L’intervento così sviluppato viene visto più come forma d’investimento in favore dei nuovi nati.

Ad oggi, il governo italiano non sembra particolarmente interessato a rinnovare il bonus bebè, ma piuttosto, orientato nel portare la misura verso la sua fine naturale fissata per il 31 dicembre 2022.

Alla luce di questa considerazione, appare chiaro che l’aumento sull’assegno unico 2023 in favore dei bimbi nei primi anni di vita, altro non rappresenta che il bonus bebè mascherato nella misura.

Dal 2023 si premieranno i nuovi nati, se la dichiarazione ISEE familiare risulta bassa, per cui arriva a sostegno del reddito un contributo economico del valore di 3.000 euro, rilasciato sotto forma di assegno unico. Un percorso che mette in rilievo il carattere progressivo della misura.

Come si legge dall’Avvenire, la ministra Eugenia Roccella, ricorda che si tratta d’interventi iniziali che mostrano in chiaro l’obiettivo che intende perseguire la nuova direzione politica, per cui l’assegno unico potrebbe diventare una misura strutturale.  

Per i figli disabili non sono state apportate modifiche, anzi la misura è stata resa strutturale con una dote finanziaria di 175 milioni a copertura del 2023.