A tutto Kalidou Koulibaly. Il difensore ex Napoli, oggi al Chelsea, spiega in una lunga e toccante lettera affidata a The Player’s Tribune le ragioni per le quali ha scelto la nazionale del Senegal anziché la Francia. “A volte le persone mi chiedono perché ho scelto di giocare per il Senegal invece che per la Francia. “Kouli, se avessi scelto la Francia, saresti potuto diventare un campione del mondo”. Forse, ma io credo nel destino. Dico sempre che sono il frutto di due culture: quella francese e quella senegalese. Sono molto orgoglioso di essere francese. Ma per me rappresentare il Senegal è stato deciso da un piano di Dio. C’è qualcosa dentro di me dal 2002 che mi spinge verso quel destino”, le sue parole.

Koulibaly, il Senegal e… la panchina al Napoli

Koulibaly torna sulla decisione di scegliere la nazionale del Senegal. “Ricordo quando Aliou ha rilevato la squadra nel 2015, mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Kouli, stiamo entrando in un nuovo ciclo e abbiamo bisogno di te. Devi venire con noi’. Ha rischiato su un 24enne che faceva ancora panchina per il Napoli. Ha creduto in me. Quindi ho dovuto credere nel Senegal. Quando ho chiamato i miei genitori per informare loro della mia decisione, è stata l’unica volta nella mia vita che li ho visti entusiasti del calcio. Normalmente si comportano come se stessi ancora giocando nel cortile della scuola. Ma quando ho chiamato mio padre su FaceTime e gli ho detto che avrei rappresentato il Senegal, ho visto la luce nei suoi occhi, negli occhi di un uomo che ha lavorato senza sosta come operaio specializzato in una segheria – sette giorni su sette per cinque anni – per poter dare una vita migliore ai suoi figli in Francia. Ci vuole molto per entusiasmare mio padre, ma quel giorno i suoi occhi brillavano. Rappresentare il mio paese non riguarda solo una partita di calcio. Riguarda il mio sangue, la mia storia e i sogni dei miei genitori”, scrive Koulibaly

Koulibaly: “Io, capitano del Senegal…”

Nella lettere di Koulibaly c’è spazio per un giorno speciale, quello in cui ha indossato per la prima volta la fascia di capitano del Senegal. “Non dimenticherò mai il giorno in cui sono diventato capitano. E’ una bella storia, la dice lunga sulla nostra squadra e su quanto siamo uniti. Quando il Ct Aliou mi scelse per prendere il posto di Cheikhou Kouyaté all’inizio avevo un po’ di dubbi. Cheikhou è una persona fantastica che conosco da quando ero in Belgio, ed ero preoccupato per come avrebbe reagito. Ricordo che eravamo in albergo e ho riunito un consiglio dei giocatori più anziani: Idrissa Gana Gueye, Sadio Mané, Édouard Mendy e Cheikhou. Ho detto loro che avrei accettato la fascia solo se fossero stati tutti d’accordo. Alcune cose devono rimanere private, ma quello che posso dirti è che Cheikhou venne da me quella notte e mi disse: “Ho molto rispetto per te, perché sei venuto da me come uomo. Voglio che tu lo abbia”. Se volessi descrivere il Senegal e la nostra mentalità in una parola quella sarebbe ‘Cheikhou’. Ancora oggi lo chiamo ‘capitano’. Koulibaly poi conclude: “Come ci ricorda Aliou, ogni volta che indossiamo la maglia del Senegal, non stiamo solo giocando. Siamo ambasciatori di un Paese magnifico, un paese di cui molte persone non conoscono abbastanza. In questa Coppa del Mondo vogliamo creare il nostro “momento 2002″ per una nuova generazione di ragazzi, non solo in Senegal ma per i senegalesi di tutto il mondo”.