Sono giornate afose nel Lazio, una regione che più di tante altre sta vivendo l’allerta caldo che attanaglia la penisola in quest’ultimo periodo. Si tratta di un tema annoso, in particolare dopo l’arrivo di Caronte prima lungo l’arco alpino e poi nell’entroterra laziale, ma adesso l’allerta sale soprattutto per la gestione del clima e delle ore più calde. La fascia più anziana, su tutte, è chiamata a fare attenzione nella giornata di mercoledì, quando nel Lazio si sfioreranno i 40 gradi. Un clima dettato non solo dal cambio delle condizioni di vita ma anche dall’arrivo di anticiclone che tengono l’Italia nella morsa del caldo. L’afa, infatti, porta tanti cittadini a sottoporsi a cure, attenzioni e monitoraggi nelle fasce orarie più a rischio per salute e benessere.

Queste temperature alte, che portano molti a non percepire l’aria, sta portando molti esponenti della politica della regione Lazio ad alzare l’allerta caldo. “Nella giornata di mercoledì sono previste temperature percepite che sfiorano i 40 gradi con allerta di 3° grado a Roma, Latina e Rieti”. Lo dichiara in una nota l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. “Si invitano le persone anziane e bambini – prosegue D’Amato – a evitare l’esposizione all’aperto nelle ore più calde e a bere molta acqua. Sono stati allertati i servizi sanitari e sociali. È bene attenersi ai dieci consigli utili pubblicati sul sito del Ministero della Salute”.

Allerta caldo nel Lazio: come incide sulla questione siccità

Tutto questo scenario legato all’allerta caldo era stato preannunciato qualche giorno fa dal meteorologo e climatologo Andrea Giuliacci, che in un’intervista rilasciata in esclusiva per Tag24 aveva anticipato quanto stiamo vivendo in queste ore: ““Il grande caldo è causato dall’Anticiclone del Nord Africa, arriveranno 30 o 40 gradi un po’ ovunque”. Ciò, indubbiamente, inciderà anche sulla questione legata alla siccità, non solo sui campi ma anche sui prodotti locali, come il pomodoro. Coldiretti, per questo alimento, parla di una produzione dimezzata e di una difficoltà nel gestire i raccolti a causa delle temperature elevate.

“Il clima ha dunque decimato il raccolto del prodotto simbolo della dieta mediterranea che quest’anno viene colpita in tutte le sue componenti, con il grano destinato alla produzione di pasta stimato in calo di circa il 15%, anche se di ottima qualità. Grandi difficoltà si prevedono anche per l’extravergine di oliva nazionale con gli ulivi in sofferenza per la mancanza di precipitazioni, senza dimenticare che nelle aree più colpite dal caldo e dalla siccità sta bruciando la frutta e verdura nei campi con danni fino al 70%.”

Coldiretti