28 Dec, 2025 - 11:25

Vendetta politica sul Ponte di Messina? La riforma della Corte dei Conti diventa un caso politico

 Vendetta politica sul Ponte di Messina? La riforma della Corte dei Conti diventa un caso politico

Il Senato ha approvato ieri, 27 dicembre 2025, la riforma della Corte dei Conti con 93 sì, 51 no e 5 astenuti, confermando il testo della Camera e rendendolo legge dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. 

Governo e maggioranza lodano la fine della paralisi burocratica; opposizioni e magistrati contabili denunciano l'apertura di una "pagina buia" per i cittadini con il rischio di favorire sprechi e corruzione. 

Diretta e circostanziata, infine, è l'accusa del centrosinistra che accusa il governo di aver spinto per l'approvazione della riforma per vendicarsi per il 'no' dei giudici contabili al progetto per il Ponte sullo Stretto.

Vendetta politica sul Ponte di Messina? L’accusa delle opposizioni sulla riforma FdI

Le opposizioni di centrosinistra accusano il governo di voler “addomesticare” la Corte dei conti, ridurre i controlli e proteggere la classe politica, anche in relazione a grandi opere e al Pnrr. 

Diretta e l'accusa del senatore Pietro Lorefice (M5S) che legge la riforma come una rappresaglia politica:

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L'attacco alla Corte dei Conti è una rappresaglia politica per il no al Ponte sullo Stretto.

Un'accusa a cui risponde il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano evidenziando come l'iter per l'approvazione del provvedimeno fosse partito molto prima del provvediemnto della magistratura contabile sul Ponte.

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''Non c'è nessuna vendetta perché l'iter di questa riforma parte all'incirca due anni fa. In Senato è approdata nel marzo di quest'anno, vi è stata una serie di audizioni. Legarla al provvedimento della magistratura contabile sul ponte dello stretto che è intervenuto poco più di un mese fa, mi sembra, per usare un eufemismo, una forzatura''.

Ma le accuse delle opposizioni sono molto più ampie.
Il capo dei senatori del Pd, Francesco Boccia parla di salvacondotti e deresponsabilizzazione:

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Il messaggio è chiaro: meno controlli, meno responsabilità. Non è una riforma per tutelare le risorse pubbliche, è una riforma per proteggere chi governa dalle conseguenze delle proprie scelte.

E aggiunge che la “paura della firma” è usata come pretesto:

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Così non si firma meglio: si firma senza rispondere delle conseguenze.

De Cristofaro (Avs) denuncia una aggressione sistematica alla magistratura e ai controlli indipendenti, parlando di scudo per i “colletti bianchi”, di silenzio-assenso come “pietra tombale” sulla legalità e di un grave arretramento dello Stato di diritto. 

Riforma Corte dei Conti, per i magistrati è una “pagina buia” per la democrazia

La magistratura contabile denuncia la riforma come un arretramento dello Stato di diritto e della tutela delle finanze pubbliche.

L’accusa centrale è che il Parlamento stia indebolendo il principio di responsabilità nella gestione del denaro pubblico, riducendo i controlli e aprendo spazi a sprechi e cattiva amministrazione.

In questa chiave si colloca la presa di posizione dell’Associazione Magistrati della Corte dei conti:

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Oggi si scrive una pagina buia per tutti i cittadini: il Senato della Repubblica ha approvato la riforma della Corte dei conti, magistratura chiamata dalla Costituzione a garantire che le risorse pubbliche siano destinate ai servizi alla collettività e non siano sprecate, per imperizia o corruzione. Si tratta di una scelta che segna un passo indietro nella tutela dei bilanci pubblici e inaugura una fase in cui il principio di responsabilità nella gestione del denaro dei cittadini risulta sensibilmente indebolito.

Centrodestra compatto: “Basta paura della firma, così riparte la pubblica amministrazione” 

Il centrodestra difende la riforma sostenendo che le nuove norme riducono la “paura della firma” e rendono la pubblica amministrazione più efficiente.

Mantovano parla di ipocrisia sui risarcimenti:

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Sul 30% ribadisco la necessità di uscire fuori dall'ipocrisia, perché prima eravamo al di sotto del 10% come introiti rispetto all'accertato.

Il capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri alza i toni accusando apertamente i magistrati di delegittimare la democrazia:

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Queste offese continue alla democrazia da parte di magistrati di ogni tipo di ordine è veramente intollerabile [...] La magistratura è un problema di questo paese.

Maria Stalla Gelmini di Noi Moderati rivendica l’obiettivo di sbloccare l’azione amministrativa: 

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eliminando la “paura della firma” che spesso blocca gli investimenti e ostacola il lavoro di tanti amministratori locali.

Il sottosegretario Delmastro (FdI) definisce la riforma una svolta storica, accusando implicitamente il sistema dei controlli di aver frenato sviluppo e competitività, e sostenendo una nuova cultura della legalità preventiva e collaborativa.

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