Il Viminale proseguirà con gli sgomberi degli immobili occupati. Dopo l’intervento ad Askatasuna, storico centro sociale di Torino, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha confermato la linea dura del ministero nei confronti dei centri sociali e delle realtà legate alle occupazioni, rivendicando i risultati conseguiti in questi anni.
“Come regola ci siamo dati quella di sgomberare entro 24 ore ogni edificio oggetto di nuove occupazioni abusive”, ha spiegato Piantedosi. “Infatti non se ne sono praticamente più registrate di nuove”.
L’obiettivo del Viminale è soprattutto quello di proseguire nello sgombero degli edifici le cui occupazioni sono in corso da anni, in base a un “ordine progressivo stabilito dalle prefetture”. Il piano, ha rassicurato il ministro prevenendo le polemiche, comprende anche l’immobile occupato da CasaPound a viale Napoleone III, a Roma.
Da quello che si apprende, il piano di sgombero progressivo dei centri occupati in Italia citato dal ministro Piantedosi comprenderebbe 126 strutture, così suddivise: 49 immobili nel Lazio, 24 in Lombardia, 15 in Campania, 9 in Toscana, 8 in Sicilia, 6 in Piemonte, oltre ad altri sparsi sul territorio nazionale.
Un piano di azione ordinato, la cui esistenza è stata confermata anche da Matteo Salvini, attuale ministro dei Trasporti, che dall’assoluzione nel processo Open Arms non ha mai nascosto il desiderio di tornare a ricoprire il ruolo di ministro dell’Interno. Che l’approccio di Piantedosi e Salvini al tema degli sgomberi sia complementare non è, d’altronde, una novità: prima di diventare ministro, Piantedosi è stato capo di gabinetto proprio di Matteo Salvini, all’epoca titolare del dicastero dell’Interno.
Ma quali sono, allora, gli immobili che potrebbero essere sgomberati a breve, stando al piano annunciato dal ministro dell’Interno?
A Roma gli occhi sono puntati su tre edifici: lo Spin Time di via Santa Croce in Gerusalemme, occupato dal 2013; il CSOA Forte Prenestino di via Federico Delpino, occupato dal maggio 1986; e l’immobile occupato da CasaPound in viale Napoleone III.
Proprio il destino di Spin Time e dell’immobile occupato da CasaPound, distanti appena un chilometro, potrebbe essere intrecciato. Allo sgombero del primo – che negli ultimi anni ha avviato un percorso di interlocuzione con il Comune di Roma, ospitando anche le primarie del centrosinistra romano nel 2021 – potrebbe corrispondere quello del secondo: una mossa con cui il Viminale chiuderebbe due dossier evitando lo scoppio di un caso politico, dal momento che le due realtà appartengono specularmente al mondo dell’attivismo di estrema sinistra e a quello dell’estrema destra.
Se la partita fondamentale a Roma, soprattutto sul piano simbolico e mediatico, potrebbe dunque giocarsi attorno al destino di Spin Time e di CasaPound, il lavoro nella Capitale è destinato a impegnare a lungo la prefettura.
In cima alla lista degli sgomberi da effettuare a Roma figurano infatti gli ex uffici Atac di via Tiburtina 770, occupati nel 2013 dai movimenti per il diritto all’abitare. C’è poi l’ex caserma di via del Porto Fluviale 12, anch’essa occupata a fini abitativi; il palazzo di via Lucio Calpurnio Bibulo 13, dove vivono circa 99 famiglie; la palazzina B di via Tuscolana 1782; e il capannone industriale di via Melibeo 7, tra Rebibbia e Ponte Mammolo.
La Capitale, come annunciato da Piantedosi, non sarà però l’unica città interessata dall’attuazione del piano sgomberi.
Volgendo lo sguardo alla Lombardia – e a Milano in particolare – dopo lo sgombero del Leoncavallo, tra i centri sociali che potrebbero finire nel mirino c’è il Cantiere di via Monte Rosa, occupato da quasi 25 anni e punto di riferimento per i collettivi studenteschi. In zona Musocco gli occhi sono puntati sulla Cascina autogestita Torchiera. Tra le realtà attenzionate figura infine anche il centro sociale Lambretta, in piazza Gae Aulenti.
A Torino, invece, il piano potrebbe riguardare lo storico El Paso di via Passo Buole, il Gabrio di via Millio e il Barocchio, in strada del Barocchio a Grugliasco. Nel capoluogo piemontese è presente anche un immobile occupato dall’estrema destra, l’Osa Lingotto di via Bizzonero.