22 Dec, 2025 - 09:52

Garlasco, cos'è questa storia dell'impronta di scarpa trovata sulle scale e che c'entra con la "33"

Garlasco, cos'è questa storia dell'impronta di scarpa trovata sulle scale e che c'entra con la "33"

Procedono scandite da colpi di scena e rivelazioni le nuove indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Secondo quanto riportato dal Tg1 nell'edizione delle 20 del 21 dicembre, gli inquirenti avrebbero individuato, in cima alle scale della villetta dove fu ritrovato il corpo della vittima, un'impronta di scarpa insanguinata. 

L'impronta di scarpa insanguinata in cima alle scale

L'impronta, mai analizzata, sarebbe stata individuata sulla sommità della scala interna di casa Poggi: quella che dal pianterreno conduce alla cantina, dove il 13 agosto di 18 anni fa fu rinvenuto il cadavere di Chiara. La posizione suggerirebbe che la persona che l'ha lasciata si sia fermata sul pianerottolo, senza scendere i gradini, per guardare la scena del delitto dall'alto. Così facendo, avrebbe poggiato una mano sul muro. Gesto compatibile con la produzione di un'altra impronta, la "33". 

Cos'è l'"impronta palmare 33" e perché è importante

Si tratta di una ricostruzione significativa, perché l'impronta palmare 33, repertata sulla parete lungo la scala - inizialmente ritenuta non decisiva poiché non insanguinata - viene oggi attribuita dalla Procura di Pavia all'attuale indagato, Andrea Sempio (la cui difesa ritiene al contrario che non vi siano minuzie sufficienti per parlare di "compatibilità"). Secondo i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, già nel 2020 era "logico-fattuale" ritenere che la stessa impronta potesse appartenere all'autore dell'omicidio. 

I prossimi passi della nuova inchiesta su Andrea Sempio

Per maggiori risposte, bisognerà attendere gli esiti degli accertamenti ancora in corso: la perizia medico-legale dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo e la Bpa (l'analisi delle tracce di sangue) del Ris di Cagliari, che ricostruiranno la dinamica del delitto, ma anche, eventualmente, gli orari. 

Se dovesse emergere che l'aggressione avvenne in tarda mattinata, Alberto Stasi, finora unico condannato, sarebbe potenzialmente scagionato, perché aveva un alibi. E si aprirebbe a quel punto, per i legali che lo assistono, la possibilità di richiedere una revisione del processo.

Sempio continua dal canto suo a dirsi innocente (a Quarto Grado ha dichiarato di essere dispiaciuto per il fatto che ci siano persone contro di lui a ogni costo). Qualche giorno fa, presso il Tribunale di Pavia, si è intanto chiuso l'incidente probatorio che ha riguardato tracce e Dna. 

La perita nominata dal giudice, Denise Albani, ha rilevato una compatibilità "da moderatamente forte a forte" del Dna rinvenuto sui margini ungueali della vittima con la linea paterna del 37enne, la cui difesa parla di "possibile contaminazione".

Le indagini andranno avanti fino a fine febbraio, poi la Procura dovrà valutare per l'indagato una richiesta di rinvio a giudizio. Se l'impronta di cui parla il Tg1 potrebbe portare a una svolta è da scoprire. 

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