20 Dec, 2025 - 10:43

Garlasco, parla Andrea Sempio: "Io e Marco Poggi ancora amici". Il padre Giuseppe: "Nulla da nascondere"

Garlasco, parla Andrea Sempio: "Io e Marco Poggi ancora amici". Il padre Giuseppe: "Nulla da nascondere"

Due giorni dopo la fine dell'incidente probatorio che ha cristallizzato gli esiti di alcuni degli accertamenti disposti dal gip di Pavia nell'ambito delle nuove indagini sul delitto di Garlasco, Andrea Sempio ha scelto di dire la sua davanti alle telecamere del programma Quarto Grado. Poi anche il padre, Giuseppe, indagato a Brescia per corruzione in atti giudiziari, si è espresso su quanto sta accadendo, rompendo il silenzio. 

Le dichiarazioni di Andrea Sempio in tv

Sempio, al centro della nuova inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi, ha commentato gli ultimi sviluppi con apparente calma, ribadendo che il Dna rinvenuto sulle unghie della vittima - ritenuto dall'Albani, perito del gip, compatibile con la sua linea paterna - potrebbe derivare da un contatto indiretto, cioè mediato da un oggetto.

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Da quello che ho capito - ha detto - quando una traccia resta in seguito a un'aggressione, è una traccia più netta, più precisa.

Nel corso dell'intervista, il 37enne ha dedicato delle parole anche ad Alberto Stasi, unico condannato per il delitto. "Se lo ritengono innocente, fanno bene ad usare tutti i mezzi che hanno per scagionarlo", ha dichiarato riferendosi alla difesa. Quanto a sé stesso, ha detto invece:

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C'è una tifoseria ormai schierata che c'è l'ha con me. Parlo di pubblico. Posso capire i dubbi, ma vedo persone dispiaciute di scoprire che c'è qualcosa a mio favore, questo mi da' fastidio. 

Sempio si è infine soffermato sull'amicizia che lo lega a Marco Poggi, sostenendo che gli dia "forza". "Non ci sentiamo spesso, ma ogni volta che lo facciamo c'è uno scambio significativo tra due amici", le sue parole.

Cosa ha detto il padre dell'indagato

Anche il padre del 37enne, Giuseppe Sempio, ha scelto ieri di parlare, ribadendo la posizione della sua famiglia e respingendo le accuse di corruzione per le quali è indagato a Brescia insieme all'ex procuratore capo Mario Venditti.

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Adesso più di prima (abbiamo voglia di difenderci, ndr), si diventa cattivi. Stiamo in piedi per la rabbia. Non abbiamo niente da nascondere. Mio figlio non c'entra niente. Ma non dipende più da noi, a casa mia i ragionamenti non si fanno più, deve farlo la giustizia,

ha dichiarato l'uomo nell'intervista rilasciata a Quarto Grado, dicendo che per lui e i suoi familiari è come stare "chiusi in un barattolo". "Non è Natale. Esci di casa e pensi che lo sia, ma per noi non lo è", ha aggiunto. 

I possibili prossimi passi delle indagini

Le indagini, nel frattempo, vanno avanti. Concentrandosi non solo sugli elementi scientifici, come il Dna e le impronte, ma anche su quelli di tipo "più tradizionale" legati a movimenti e contatti. 

Fondamentali saranno i risultati della perizia medico-legale dell'anatomopatologa Cristina Cattaneo, che potrebbe ridefinire l'orario dell'omicidio, e quelli della Bpa realizzata dal Ris di Cagliari, utile a ricostruire la dinamica del delitto.

Il termine potrebbe essere a febbraio. Poi la Procura dovrà valutare se chiedere il rinvio a giudizio dell'indagato. Non è escluso che possa aprirsi anche uno spiraglio per la revisione della condanna di Stasi, che davanti al Tribunale di Pavia per l'incidente probatorio ha fatto intendere di essere "fiducioso". 

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