È durata poco più di quattro ore, alla fine, quella che da molti era stata prospettata come un'udienza lunghissima: l'ultima dell'incidente probatorio disposto nell'ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.
Al centro del dibattito, ancora una volta, il Dna estratto dai margini ungueali di Chiara Poggi, analizzato dalla genetista Denise Albani, nominata dal gip, che ha fornito in aula chiarimenti sul metodo utilizzato e sui risultati.
Rispondendo alle domande dei legali di tutte le parti, la perita ha ribadito che la traccia è mista, non consolidata e quindi segnata da criticità, ma "utilizzabile" e "comparabile".
A rivendicare con forza l'esito dell'incidente probatorio è stata soprattutto la difesa di Alberto Stasi, unico condannato in via definitiva per l'omicidio.
Il Dna analizzato - ritenuto compatibile con quello della linea paterna di Andrea Sempio, attuale indagato - "è un dato processuale", ha specificato ancora Bocellari.
Dichiarazioni confermate anche dall'avvocato Antonio De Rensis, che dal canto suo ci ha tenuto a evidenziare che "Stasi è corso a dare il suo Dna, si è sempre fatto interrogare e oggi era qui". Una frecciatina a Sempio, probabilmente, che invece era assente.
Anche i difensori del 37enne hanno espresso soddisfazione per l'andamento dell'udienza. Secondo gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Taccia, non sarebbe emersa, in sostanza, alcuna certezza sull'attribuzione del Dna.
Gli ha fatto eco la collega, Taccia, che ha chiarito anche il perché dell'assenza del loro assistito. "Non avrebbe in ogni caso potuto parlare. La sua presenza era indifferente", ha dichiarato.
Più prudente la posizione delle parti civili. L'avvocato Francesco Compagna, legale di Marco Poggi, si è soffermato soprattutto sulla mediaticità della vicenda. "Così si rovina la vita di persone innocenti", ha detto ai giornalisti.
D'accordo con lui Gian Luigi Tizzoni, storico avvocato dei genitori di Chiara, che uscendo dal tribunale ha ribadito:
I consulenti di cui si avvalgono stanno facendo accertamenti su una serie di gioielli che Chiara indossava quando è stata uccisa. "Poi trarremo le nostre conclusioni", ha dichiarato Tizzoni. Per loro, l'assassino della giovane sarebbe già stato condannato e non ci sarebbe alcuna verità da riscrivere.
Stamattina, all'arrivo di Stasi, secondo De Rensis avrebbero chiesto che uscisse dall'aula, ma il gip lo ha fatto restare in quanto "parte interessata". L'uomo, ormai vicino al fine pena, è apparso tranquillo alle telecamere.
si è limitato a dire, non essendo stato autorizzato dal Tribunale di Sorveglianza - che gli ha accordato la presenza - a rilasciare interviste. Ha fatto capire, comunque, di essere "fiducioso".
Nel video dell'inviata Florinda Ambrogio, l'uscita di Alberto Stasi dal tribunale di Pavia e le dichiarazioni dei legali delle varie parti coinvolte nel caso.