21 Dec, 2025 - 19:30

Gaza, incontro USA-mediatori a Miami: si lavora per la seconda fase della tregua

Gaza, incontro USA-mediatori a Miami: si lavora per la seconda fase della tregua

Il percorso verso una stabilizzazione duratura di Gaza resta complesso e ancora incompleto. A oltre due mesi dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff ha incontrato a Miami i rappresentanti di Qatar, Egitto e Turchia per valutare i risultati della prima fase della tregua e discutere le modalità di avvio delle fasi successive del piano di pace.

L’incontro a Miami sulla tregua a Gaza

Mentre gli occhi sono rivolti alla diplomazia per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, l’inviato speciale del presidente Trump, Steve Witkoff, ha incontrato a Miami i rappresentanti dei paesi mediatori, Qatar, Egitto e Turchia, per discutere lo stato della tregua a Gaza e i prossimi passi verso le fasi successive dell’accordo.

Un fragile cessate il fuoco è entrato in vigore il 10 ottobre 2025, dopo oltre due anni di combattimenti. Sebbene l’intesa abbia posto fine alla guerra, dopo oltre due mesi non si è ancora passati alla seconda fase della tregua, al di là delle dichiarazioni che indicano che ciò potrebbe avvenire nel prossimo futuro.

L’incontro a Miami rappresenta quindi un passaggio importante. Insieme a Witkoff erano attesi il primo ministro del Qatar, Mohammed Abdulrahman Al Thani, il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, e il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. I mediatori hanno espresso il loro sostegno al piano di pace del presidente americano, composto da 20 punti, in seguito all’incontro del 19 dicembre.

Valutazione della prima fase e preparativi per la seconda

Dopo l’incontro, il 20 dicembre, Steve Witkoff ha pubblicato una dichiarazione su X. Come previsto, i rappresentanti dei quattro paesi hanno dichiarato di essersi riuniti "per esaminare l'attuazione della prima fase del cessate il fuoco a Gaza e per portare avanti i preparativi per la seconda fase". Hanno inoltre esortato sia Israele che Hamas a "rispettare i propri obblighi".

Si apprende che la prima fase del cessate il fuoco è considerata positiva, poiché ha già prodotto miglioramenti concreti sul terreno. È stato inoltre anticipato che la seconda fase dovrà essere più politica e strutturale, volta a creare una nuova amministrazione di Gaza, con un’autorità unica riconosciuta, capace di garantire sicurezza, servizi e ordine pubblico.

"La prima fase ha prodotto progressi, tra cui l'ampliamento dell'assistenza umanitaria, la restituzione delle salme degli ostaggi, il ritiro parziale delle forze e una riduzione delle ostilità. Nelle nostre discussioni sulla seconda fase, abbiamo sottolineato la necessità di creare un organo di governo a Gaza sotto un'autorità unificata per proteggere i civili e mantenere l'ordine pubblico", si legge nella dichiarazione.

Piano di pace globale e integrazione regionale

Oltre agli aspetti politici e di sicurezza, è stato discusso anche un piano più ampio di integrazione regionale, considerato fondamentale per il futuro di Gaza e dell’area circostante. In particolare, sono stati indicati come elementi indispensabili "la facilitazione degli scambi commerciali, lo sviluppo delle infrastrutture e la cooperazione in materia di energia, acqua e altre risorse condivise".

"In questo contesto, abbiamo espresso il nostro sostegno all'istituzione e all'operatività a breve termine del Board of Peace come amministrazione di transizione per i settori civile, di sicurezza e di ricostruzione", si legge ancora nella dichiarazione.

Inoltre, sono stati esaminati i prossimi passi per mettere in pratica il Piano di Pace Globale per Gaza in modo graduale. Il processo dovrebbe avvenire in collaborazione con le istituzioni locali di Gaza e con i partner internazionali, indicando che l’attuazione del piano non sarà unilaterale ma condivisa e sottoposta a monitoraggio.

LEGGI ANCHE