12 Dec, 2025 - 15:02

Dalle lodi a Meloni alle critiche a Conte: Di Maio prepara il suo rientro a destra?

Dalle lodi a Meloni alle critiche a Conte: Di Maio prepara il suo rientro a destra?

Luigi Di Maio, inviato speciale dell’UE nel Golfo Persico, è salito stamattina sul palco di Atreju per partecipare a un dibattito intitolato "Dalla Via della seta alla Via del cotone: un’opportunità storica per l’Italia".

L’ex vicepremier e numero due del Movimento 5 Stelle, oggi lontano dalla politica parlamentare ma impegnato incarico di grande prestigio e rilevanza, ha rilasciato per l’occasione un’intervista al Corriere della Sera.

Un’intervista cauta, si direbbe a prima vista, dai toni istituzionali, in cui non è però difficile cogliere tra le righe alcune frecciate a Giuseppe Conte, una certa freddezza verso le dinamiche del campo largo e, al contrario, apprezzamenti significativi nei confronti dell’attuale maggioranza di governo.

Di Maio tra Atreju, Medio Oriente ed elogi a Meloni

"La stabilità politica e di governo degli ultimi anni ha permesso all’Italia di essere percepita come un attore affidabile", racconta al Corriere Luigi Di Maio, che da inviato UE nel Golfo non lesina complimenti alla premier Meloni, innanzitutto per "l’equilibrio credibile" in cui ha collocato l’Italia nella complessa partita mediorientale, tra "il diritto di Israele alla sicurezza" e "l’aiuto al popolo palestinese".

Una capacità confermata dalla partecipazione ad Atreju del leader palestinese Abu Mazen, resa possibile, secondo Di Maio, proprio "dalla profondità del rapporto" costruito da Meloni, peraltro "unico leader straniero" invitato al Consiglio di cooperazione del Golfo in Bahrein. “Un evento ampiamente sottovalutato in patria", sottolinea, che dimostra la “considerazione che il nostro Paese ha conquistato nell’area”.

Di Maio promuove Meloni e boccia Conte

I complimenti a Giorgia Meloni non si esauriscono sul piano istituzionale, ma arrivano anche a quello politico.

Incalzato sulle differenti traiettorie tra Fratelli d’Italia, stabilmente oltre il 30% dei consensi, e il Movimento 5 Stelle, che quella soglia aveva superato salvo poi perderla rapidamente, Di Maio sottolinea, con poche parole, lo scarto sostanziale tra i due progetti politici: "La differenza la fa sempre il leader". Non una stoccata a Conte, precisa, "ma un dato di realtà", che comunque non sorprende, considerando che la rottura tra i due fu alla base dell’uscita di Di Maio dal Movimento, nel giugno 2022.

virgolette
Oggi sono partiti agli antipodi, ma c'è da dire che Fratelli d'Italia è l'unico partito italiano con cui il M5S non ha mai condiviso una esperienza di Governo nella sua storia. So che entrambi si sentiranno lusingati da queste parole.


Palazzo Chigi? L’ex 5S non sceglie tra Conte e Schlein

Volgendo lo sguardo al campo largo, Di Maio si tiene alla larga da una risposta su chi abbia più possibilità di arrivare a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein, limitandosi a definire “normale” una competizione per la leadership nel centrosinistra.

E sul voto in Campania, regione di provenienza dello stesso Di Maio? Anche in questo caso, la risposta è a dir poco fredda: l’ex pentastellato glissa sul fatto di aver votato o meno l’ex collega di partito Roberto Fico, protagonista con lui degli anni d’oro del Movimento 5 Stelle, limitandosi a porgergli i migliori auguri di buon lavoro.

Di Maio elogia Forza Italia: quale futuro dopo il Golfo?

Alla domanda su un possibile ritorno in politica — i retroscena suggeriscono spesso un possibile ingresso in Forza Italia — l’inviato UE nel Golfo coglie l’occasione per complimentarsi con il segretario forzista, “che sta facendo un lavoro importante”. Non dunque un’allusione al suo operato come ministro degli Esteri, ma un vero e proprio endorsement politico.

Un ritorno immediato sulla scena sembra comunque formalmente escluso: “Non siamo noi a decidere se chiudiamo con la politica, sono i cittadini a deciderlo”, afferma Di Maio, riferendosi al mancato ingresso in Parlamento della sua formazione, Impegno Civico.  Mai dire mai, comunque: l’incarico come inviato speciale UE nel Golfo Persico scadrà tra un anno. Dopo quella data, tutto potrà succedere.

 

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