10 Dec, 2025 - 16:58

Cosa si nasconde dietro "Interstellar"? La verità dietro il film

Cosa si nasconde dietro "Interstellar"? La verità dietro il film

Quando pensi a "Interstellar", non hai davanti un semplice film: hai un viaggio che mescola equazioni cosmiche, emozioni profonde e sogni impossibili. Christopher Nolan non ha puntato solo sul grande spettacolo, ma sulle idee - quelle che fanno girare la testa e il cuore.

Con lui c’è stato il fisico teorico Kip Thorne, che ha cercato di portare la relatività, i wormhole e i buchi neri sul grande schermo con serietà… salvo poi lasciarsi andare a un guizzo di fantasia, soprattutto quando la storia chiedeva un tocco di magia. 

Ma cosa di "Interstellar" è davvero attaccato alla scienza? E cosa rimane pura speculazione - e soprattutto quale messaggio nascosto si cela dietro le stelle e il tempo? Scopriamolo insieme.

"Interstellar": quando la scienza regge

Un elemento sorprendente di "Interstellar" è che, per una volta, la fantascienza ha cercato di essere coerente con la scienza reale. Kip Thorne ha collaborato con il team di effetti visivi per tradurre le sue equazioni in immagini spettacolari e credibili.

Il risultato è la rappresentazione del buco nero Gargantua, probabilmente la più realistica mai vista in un film: un disco di accrescimento luminoso, luce che si piega attorno al corpo, un’ombra scura al centro - tutto coerente con la relatività generale. 

Poi c’è il wormhole: nel film appare come una sfera luminosa vicino a Saturno, un "ponticello cosmico" che collega due punti dell’universo. Sì, è una teoria - ma basata su equazioni reali: nella relatività generale, un wormhole (o ponti di Einstein-Rosen) è un concetto ammissibile, anche se finora puramente teorico. 

E la dilatazione temporale? La famosa scena sul pianeta di Miller - dove un’ora corrisponde a sette anni sulla Terra - si basa proprio su effetti reali: un forte campo gravitazionale rallenta il tempo.

Anche se, per risultare così drastica, la situazione deve essere estrema: buco nero mastodontico, orbita quasi al limite, condizioni quasi da "fine del mondo".

In definitiva: quando il film si affida alla scienza, lo fa con rigore. E per un blockbuster, è un bel mix di spettacolo e rigore.

Dove la fantasia prende il controllo?

Ma non tutto può essere realistico. Quando "Interstellar" esplode nella sua parte più visionaria - il tesseratto multidimensionale, la gravità che trasmette informazioni nel passato tramite un orologio, la "resurrezione" dell’umanità - la scienza diventa poesia.

Il tesseratto, per esempio, è una costruzione narrativa straordinaria: Cooper cade nel buco nero e finisce in un luogo "fuori dal tempo", dove può manipolare gli eventi passati. È una metafora potentissima dell’amore, del ricordo e della speranza: ma non è una soluzione che la fisica attuale prevede.

Nessuna prova suggerisce che un essere umano o una informazione possano sopravvivere all’orizzonte degli eventi, né tantomeno che la gravità possa essere usata come telecomando temporale. 

Anche l’idea che un pianeta possa orbitare abbastanza vicino a un buco nero da subire dilatazione estrema ma restare abitabile è altamente speculativa.

Effetti come radiazioni intense, forze di marea distruttive, blueshift delle radiazioni - aspetti che uno studio ha messo in evidenza come elementi che renderebbero la vita praticamente impossibile in quei scenari. 

Insomma: la fantascienza mette il turbo e va benissimo. Perché il bello di "Interstellar" è proprio questo: avere un piede nella scienza, l’altro nella speranza, e correre decisa verso il sogno.

Messaggi profondi sotto le stelle

Al di là di equazioni e wormhole, il cuore di "Interstellar" pulsa su temi che parlano di noi - umani, fragili, speranzosi. Il film trasforma la scienza in metafora: il legame tra padre e figlia, il senso di colpa, la nostalgia, la speranza.

Cooper non viaggia nello spazio solo per salvare l’umanità: viaggia per tornare da sua figlia, per riparare un errore immenso, per dimostrare che l’amore può valicare qualsiasi barriera, anche quella del tempo.

Il tesseratto diventa simbolo di una comunicazione impossibile, di una verità da trasmettere, di un sacrificio che vale la pena di essere fatto.

E poi c’è la rinascita: la Terra che muore, l’esodo verso nuovi mondi, la promessa di un nuovo inizio su un cilindro spaziale orbitante - un’immagine che parla di speranza, di resilienza, di futuro possibile, anche quando sembra tutto perduto.

Come hanno scritto alcuni critici, "Interstellar" è "tra scienza e cinema": un film che mostra che l’umanità può essere piccola, ma i suoi sogni - quelli sì - sono giganteschi. 

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