Doccia fredda per Irene Pivetti, ex presidente della Camera dal 1994 al 1996 ed ex volto di primo piano della Lega. Mercoledì 10 dicembre 2025 la quarta sezione penale della Corte d’Appello di Milano ha infatti confermato il verdetto di primo grado, emesso nel settembre 2024.
La vicenda ruota intorno a una serie di operazioni commerciali del 2016, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro, legate alla compravendita di tre Ferrari GrantTurismo che, secondo l’accusa, sarebbero state utilizzate per schermare e reimmettere nel circuito legale proventi frutto di illeciti fiscali.
I giudici Fagnoni, Centonze e Marchiondelli hanno accolto le richieste della sostituta procuratrice generale Franca Macchia e del pm Giovanni Tarzia, confermando non solo la pena detentiva, ma anche la confisca di 3,4 milioni di euro già disposta dal Tribunale.
La Corte ha ritenuto provato il meccanismo di evasione e successivo autoriciclaggio, attraverso società riconducibili alla Pivetti e ad altri tre imputati, confermando in toto l’impianto accusatorio costruito dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza.
All’uscita dall’aula, Irene Pivetti ha definito la decisione “una sentenza che mi sarei aspettata diversa”, ribadendo, come riporta Il Corriere della Sera, di non essere preoccupata: “Sono innocente, la verità verrà fuori”.
Il suo legale, l’avvocato Filippo Cocco, aveva chiesto l’assoluzione, sostenendo la correttezza degli adempimenti fiscali della ex terza carica dello Stato, ma la richiesta è stata respinta sia in primo sia in secondo grado.
Una volta depositate le motivazioni, la difesa valuterà un ricorso in Cassazione, l'ultimo tentativo per ribaltare una condanna che, se resa definitiva, consoliderebbe anche le pesanti conseguenze patrimoniali già in atto.
ha dichiarato il difensore Filippo Cocco.