Dalle luci di Montecitorio agli scantinati di una cooperativa di ex detenuti: la parabola di Irene Pivetti è una di quelle storie che sembrano scritte per un film.
La più giovane presidente della Camera nella storia italiana - eletta nel 1994, quando aveva solo 31 anni - ha attraversato negli ultimi anni un crollo umano, professionale e giudiziario che l’ha costretta a reinventarsi completamente.
Ma cosa fa oggi Irene Pivetti? Dove vive e come ha ritrovato un senso di equilibrio dopo la condanna e i momenti più difficili? Scopriamolo insieme, tra cronaca, rinascita e quella resilienza tutta italiana che la Pivetti non ha mai smesso di incarnare.
Una volta era la "ragazza prodigio" della Lega Nord, la beniamina di Umberto Bossi, la giovane cattolica che parlava di etica e riforme. Poi, la politica si è spenta, e Irene ha provato a reinventarsi: prima in TV, con programmi come "Tempi Moderni" su Mediaset, poi nel mondo dell’imprenditoria e delle relazioni internazionali.
Ma proprio lì è arrivata la svolta negativa.
Nel 2024 è arrivata la condanna a quattro anni per evasione fiscale e autoriciclaggio, legata a una vicenda complessa di presunta finta vendita di Ferrari in Cina.
E non è tutto: la Pivetti è ancora indagata per la compravendita di mascherine durante la pandemia, un processo che, come lei stessa ha ironizzato, "potrebbe durare più della mia vita biologica".
In un’intervista recente a Il Giornale, ha raccontato senza filtri il suo tracollo economico e umano.
Un racconto crudo, quasi surreale, per una donna che a 31 anni era la terza carica dello Stato. Ma è proprio lì, nel buio, che Irene ha cominciato la sua risalita.
Quando tutto sembrava perduto, Irene Pivetti ha trovato una nuova dimensione nella cooperativa Mac Servizi, che impiega ex detenuti.
All’inizio, ha cominciato come volontaria, lavorando "in uno scantinato, a pulire e rimettere in ordine", come lei stessa ha raccontato. Poi, i colleghi le hanno riconosciuto un vero stipendio: mille euro al mese, che per lei hanno rappresentato la prima vittoria dopo anni di vuoto.
Non più la politica, non più la ribalta televisiva, ma un ritorno all’essenziale, fatto di fatica, di silenzio e di piccole soddisfazioni quotidiane.
Una "rinascita umile" che lei stessa definisce una liberazione da quel mondo di apparenze che l’ha fatta crollare: "Potessi tornare indietro, non farei mai più l’imprenditrice".
Eppure, con la tenacia che la contraddistingue, Irene ha trovato anche una nuova via professionale, tornando al suo grande amore per la cultura e i rapporti internazionali.
Oggi, Irene Pivetti si divide tra Monza, dove vive, e nuovi progetti culturali legati alla Cina.
Nonostante i guai giudiziari, infatti, ha ripreso a collaborare con l’associazione "Amicizia Italia-Cina", per cui organizza missioni economiche e culturali per imprenditori italiani che vogliono investire nel Paese asiatico:
Un’attività di pubbliche relazioni e consulenza che la tiene impegnata e che, in un certo senso, le ha restituito dignità e ruolo, anche se lontano dai riflettori. Accanto al lavoro, Irene dedica molto tempo alla famiglia: ai figli, Ludovica e Federico, e al suo nuovo ruolo di nonna.
Non ha nascosto, però, di temere il carcere:
Un pensiero lucido, quasi filosofico, che mostra una donna ferita ma non arresa, consapevole che la sua libertà oggi passa anche attraverso il lavoro, la fede e la resilienza.
La nuova vita di Irene Pivetti si svolge a Monza, lontana dal clamore di Roma e delle telecamere. In un contesto semplice, circondata da poche persone fidate, ha trovato un equilibrio che sembrava impossibile solo pochi anni fa.
Ha raccontato di non avere più paura della povertà, né del giudizio della gente:
Oggi, a 62 anni, Irene è una donna diversa: meno idealista, più concreta, ma forse finalmente libera. Nonostante le ombre della giustizia, continua a costruire il suo futuro con tenacia e fede, un passo alla volta, lontano dai palazzi e dalle luci artificiali.