06 Dec, 2025 - 11:08

Garlasco, Lavorino commenta le ultime notizie: "Gran confusione, paghiamo ancora gli errori del passato"

Garlasco, Lavorino commenta le ultime notizie: "Gran confusione, paghiamo ancora gli errori del passato"

Si aspetta confusione, per i prossimi mesi, Carmelo Lavorino, che fin dagli albori - era il 13 agosto 2007 - segue il delitto di Garlasco. Intervistato da Tag24, il criminologo ha analizzato i recenti sviluppi del caso, in particolare quelli riguardanti il Dna, mettendo in evidenza gli errori investigativi del passato e le possibili implicazioni giudiziarie. 

Garlasco, Andrea Sempio e il Dna: l'analisi di Lavorino

Secondo Lavorino, le tracce di Dna attribuite dalla genetista Denise Albani - perito del giudice - alla linea paterna dell'attuale indagato, Andrea Sempio, rappresenterebbero un elemento importante, ma non decisivo. 

"Si tratta di un indizio - ha dichiarato il criminologo - un indicatore del crimine, ma bisogna capire se abbia un nesso con l'azione omicidiaria". La Procura ritiene di sì e ipotizza, in sostanza, che Sempio si trovasse sulla scena del crimine durante il delitto.

Per la difesa, invece, si tratterebbe di Dna "da contaminazione", lasciato dall'indagato, che frequentava la villetta in quanto amico di Marco Poggi, su un oggetto poi toccato anche da Chiara, la vittima. "Da solo potrebbe anche non avere un peso", spiega Lavorino.

"Ma chi indaga lo valuterà iniseme ad altri elementi, come la famosa impronta palmare 33, rinvenuta e fotografata sulla parete destra delle scale che conducono alla cantina di casa Poggi; le telefonate 'anomale' fatte da Sempio nei giorni precedenti all'omicidio" e altro. 

Gli errori del passato e l'influenza mediatica sul caso

Sarà importante, quindi, il quadro complessivo. "Poi, è chiaro - specifica Lavorino - si dovrà capire se siano indizi gravi, precisi e concordanti". Secondo lui, se è vero che "l'impianto accusatorio nei confronti di Alberto Stasi era fallace", "bisogna fare attenzione anche in questo caso, approfondire tutte le piste e non solo quella che porta a Sempio".

"Cosa che avrebbero dovuto fare già nel 2007, mentre indagavano su Stasi, non tralasciando nulla", secondo il criminologo, che si scaglia poi contro i "processi mediatici". "Fu fatto con Stasi, rinominato da tutti in tv come 'il biondino dagli occhi di ghiaccio' e oggi stiamo assistendo alla stessa cosa: occorre cautela". Anche nel rispetto di chi indaga. 

Indagini, possibili sviluppi e scenari: parola al criminologo 

Interrogato sulla possibilità di altri indagati, Lavorino afferma: "Non ho ancora avuto modo di leggere la Bpa del Ris di Cagliari, ma l'idea che mi sono fatto è che Chiara sia stata aggredita da una sola persona". Secondo lui, si sarebbe trattato di un "delitto d'impeto, non premeditato".

Compiuto "molto probabilmente dopo le 11". Orario che, se confermato, scagionerebbe Stasi, che secondo le sentenze passate in giudicato si sarebbe macchiato dell'omicidio tra le 9.12 (quando Chiara avrebbe disattivato l'allarme) e le 9.35, per poi tornare a casa e mettersi a lavorare alla sua tesi di laurea. 

Allo stato attuale, "quel che è certo, è che stiamo pagando gli errori del passato", afferma ancora il criminologo. Come ha confermato la dottoressa Albani quando, nella perizia, "ha bacchettato" Francesco De Stefano, perito della Corte d'Appello bis, per il modo in cui, nel 2014, analizzò il Dna. Cosa ci aspetta adesso?

"Una gran confusione - conclude Lavorino - Ci sarà naturalmente una richiesta di rinvio a giudizio e poi, forse, una richiesta di revisione del processo per Stasi". La speranza? Che si faccia chiarezza. "Una ragazza è stata uccisa. Facciamo le indagini in maniera seria, specialistica, fredda, non mettiamo nessuno alla gogna e, soprattutto, cerchiamo di risolvere il caso". 

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