Il nuovo piano di pace proposto dagli Stati Uniti ha riaperto il confronto internazionale sul futuro dell’Ucraina. Tra negoziati complessi, divergenze strategiche e pressioni politiche, Volodymyr Zelensky si trova ora davanti a una scelta cruciale che potrebbe influenzare l’esito del conflitto e il ruolo dell’Ucraina nello scenario geopolitico globale.
Il piano degli Stati Uniti, composto da 28 punti, ha aperto una nuova ondata di diplomazia. Dal nome e da alcuni punti ha richiamato immediatamente il piano di Trump per la pace a Gaza.
Gli alleati europei dell'Ucraina hanno considerato i termini del piano come una capitolazione del paese. I paesi europei non erano stati informati sul piano statunitense e hanno poi presentato una controproposta più ridotta e modificata del piano di Trump.
In seguito ai negoziati tra Stati Uniti e Ucraina, un piano di 20 punti ha preso forma. Il 2 dicembre l’inviato del presidente statunitense, Steve Witkoff, e il genero di Trump, Jared Kushner, si sono recati a Mosca per discutere la versione aggiornata del piano.
Molti analisti sostenevano già che l’incontro con il presidente russo, Vladimir Putin, non portasse a una soluzione. Infatti, anche se l'inviato presidenziale russo Kirill Dmitriev ha definito le circa cinque ore di colloqui come “produttive”. Non sembra esserci una soluzione immediata al conflitto tra Russia e Ucraina.
Nonostante i progressi, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si trova di fronte a una scelta: sostenere la posizione di Trump o affidarsi agli alleati europei.
Un futuro accordo è in continua evoluzione e gli alleati di Kiev sostengono una pace giusta per l'Ucraina. Respingono infatti il limite all'adesione dell'Ucraina alla NATO, i limiti al dispiegamento di truppe e armamenti, e resta anche la questione dell'integrità territoriale ucraina.
Anche se gli alleati europei sono tornati al tavolo con una propria controproposta, rimangono comunque ai margini del quadro principale.
Inoltre, è da ricordare che Putin ha definito le richieste dell'Europa sulla fine del conflitto “non accettabili per la Russia”, anche se non ha precisato a quali termini si riferisse.
È emerso dopo i colloqui del 2 dicembre che persiste ancora la spinosa questione dei territori ucraini occupati dalla Russia, che rappresentano circa il 19 per cento del paese.
Gli Stati Uniti continuano a premere per la fine del conflitto. Il rischio ora è di tornare al punto di partenza.
Queste divisioni diplomatiche pongono il presidente ucraino al centro di un dilemma cruciale.
Zelensky, intervenendo in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro irlandese Micheal Martin a Dublino, si è detto ottimista riguardo agli sforzi compiuti dagli Usa. Tuttavia, quando gli è stato chiesto se teme che Washington possa perdere interesse nel processo di negoziazione, ha affermato:
Il presidente ucraino è disposto nuovamente a incontrarsi con Trump per discutere il piano. Nel frattempo, gli ultimi aggiornamenti mettono nero su bianco che la strada è ancora lunga per trovare un accordo, soprattutto sulle questioni chiave.