Il governo italiano difende Israele da eventuali sanzioni europee votando contro la proposta di revisione dell’accordo di associazione tra l’UE e il governo di Tel Aviv.
È quanto successo ieri – martedì 20 maggio – a Bruxelles dove, su proposta del governo olandese, i 27 Stati dell’Unione si sono espressi sulla necessità di avviare una procedura per la modifica dell’articolo 2 dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Israele. In 17 hanno votato a favore, l’Italia – insieme alla Germania – e ad altri otto hanno votato contro.
Il no di Roma ha immediatamente innescato forti critiche, che si sono trasformate in roventi attacchi partiti dai banchi dell’opposizione, durante la discussione per l’approvazione delle mozioni sul conflitto in Medioriente, che si è svolta questa mattina a Montecitorio.
La scelta del governo è stata stigmatizzata dai leader di centrosinistra e soprattutto da Giuseppe Conte e Elly Schlein, che hanno denunciato con forza quella che considerano l’ennesima copertura politica da parte del governo Meloni a Benjamin Netanyahu e all’azione militare israeliana a Gaza.
Davanti al precipitare della situazione militare e umanitaria a Gaza, a Bruxelles si è deciso di adottare una serie di misure per esercitare ‘pressione’ sul governo israeliano, affinché allenti la morsa intorno alla popolazione palestinese consentendo almeno l’ingresso degli aiuti umanitari. Tra le misure in questione c'è anche la revisione dell’accordo di associazione tra Unione Europea e Israele, che è stata proposta dall’Olanda e votata da 17 Paesi su 27. Il governo di Roma ha deciso di votare contro la proposta insieme alla Germania, ponendosi in controtendenza con la posizione delle principali potenze europee.
Il voto contrario dell’Italia può essere letto come un tentativo di non chiudere i canali diplomatici con Tel Aviv, ma anche come un segnale politico preciso che l’opposizione di centrosinistra non ha mancato di sottolineare. Con la sua scelta il governo Meloni, pur condannando formalmente le vittime civili, continua ad evitare ogni misura concreta di pressione su Israele rendendosi ‘complice’ – agli occhi dell’opposizione – del massacro in corso.
L’immobilismo del governo e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che continua a non prendere iniziative diplomatiche rilevanti né a pronunciare parole chiare di condanna di fronte alla tragedia umanitaria a Gaza, sono al centro dei violenti attacchi dell’opposizione.
Nel suo intervento a Montecitorio il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha detto:
Nel suo durissimo discorso, il presidente del Movimento 5 Stelle ha più volte utilizzato le parole “genocidio” e “pulizia etnica” e ha stigmatizzato con parole di fuoco la scelta dell’Italia di non appoggiare l’iniziativa dell’Ue.
E poi attacca direttamente Giorgia Meloni quando, riprendendo le parole di un suo famoso discorso, la accusa di ipocrisia:
Anche Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha puntato il dito contro il governo, denunciando il “disonore” dell’immobilismo italiano.
“Dov'è la voce dell'Italia e quella dell'Europa? Non si può continuare a tacere di fronte a questo sterminio” accusa Schlein.
La leader del primo partito d’opposizione ha rilanciato:
Questa mattina alla Camera si sono votate le mozioni di maggioranza e opposizione sulla situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Ad essere approvata solo quella presentata dalla maggioranza con 166 voti favorevoli, 110 contrari e 8 astenuti. Respinte le mozioni presentate da Pd-M5s-Avs e Azione. Semaforo verde a una parte della mozione di Italia viva.
Mentre in Aula si discuteva la mozione PD-M5s-Avs per sanzionare “il governo criminale di Benjamin Netanyahu” era in corso un flash-mob delle associazioni pro-Palestina, per dire “stop al genocidio”.
Al presidio si sono uniti, una volta conclusi i lavori alla Camera, anche Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Marco Grimaldi, Laura Boldrini insieme ad alcuni attivisti che hanno partecipato alla recente missione dei parlamentari a Rafah.