29 Apr, 2025 - 15:36

Perché la vittoria dei liberali di Carney alle elezioni in Canada è una cattiva notizia per Trump

Perché la vittoria dei liberali di Carney alle elezioni in Canada è una cattiva notizia per Trump

Il voto del 28 aprile in Canada ha segnato una svolta politica che va oltre i confini nazionali. La vittoria dei liberali guidati da Mark Carney è anche un messaggio rivolto all’esterno, in particolare agli Stati Uniti di Donald Trump. L’ascesa di Carney, economista con un forte profilo internazionale, rappresenta una risposta netta al populismo conservatore e rilancia la questione dell’indipendenza canadese nei confronti del vicino a sud.

Canada, il Partito Liberale vince le elezioni

Il Partito Liberale ha vinto le elezioni in Canada del 28 aprile. Il leader dei liberali, Mark Carney, è salito alla guida del paese in seguito alle dimissioni del suo predecessore Justin Trudeau. Carney è stato eletto alla guida del partito il 9 marzo e, pochi giorni dopo quella data, è diventato primo ministro, mentre il paese si preparava alle legislative.

I liberali guidati da Carney hanno ottenuto il 43,5 per cento dei consensi, superando di misura i conservatori, fermi al 41,4 per cento. Il Blocco Québécois, formazione indipendentista attiva in Québec, ha raccolto invece il 6,4 per cento.

Sebbene le due principali forze politiche abbiano aumentato i loro consensi rispetto alle elezioni di quattro anni fa, i conservatori hanno perso il primato al voto. La rimonta dei liberali, guidata da una figura di forte rilievo come Carney, ha avuto un ruolo chiave nel risultato finale.

La sconfitta dei conservatori

Il leader del Partito Conservatore, Pierre Poilievre, non sarà solo rimproverato per il risultato del partito alle elezioni. Secondo quanto riferito dai media, Poilievre ha perso anche il suo seggio in Parlamento.

Poilievre, politico di carriera e spesso definito un populista, sembrava il leader destinato a portare i conservatori alla guida del paese. La sua figura era considerata centrale nella strategia del partito ma il risultato elettorale ha smentito le aspettative.

Forse a costare caro al Partito Conservatore sono state proprio le somiglianze tra la sua campagna e quella di Donald Trump. Poilievre aveva infatti adottato lo slogan “Canada First”, ispirandosi chiaramente al “America First” dei repubblicani statunitensi. Una scelta che, nel contesto politico canadese, potrebbe aver suscitato più perplessità che consensi.

Trump e le sfide per il prossimo premier canadese

Mark Carney, considerato il Mario Draghi del Canada, ha un’esperienza decennale nel settore finanziario ed è l’ex governatore della Banca d’Inghilterra. Il suo profilo è ritenuto decisivo di fronte alle sfide che attendono il suo paese.

A Carney spetta una decisione cruciale: cedere il governo all’opposizione o estendere l’esecutivo liberale formando un governo di minoranza. Una scelta che determinerà la stabilità del nuovo corso politico.

Nel suo discorso di vittoria, Carney ha tuttavia rivelato chiaramente le sue intenzioni. Ha posto l’accento sull’importanza dell’unità nazionale di fronte alle minacce rappresentate dagli Stati Uniti sotto la leadership di Donald Trump.

virgolette
Abbiamo superato lo shock del tradimento americano, ma non dovremmo mai dimenticare le lezioni… Quando mi siederò con il presidente Trump, sarà per discutere delle future relazioni economiche e di sicurezza tra due nazioni sovrane.

Trump, anche se a distanza, ha avuto un impatto diretto sulle elezioni canadesi del 2025. Prima ancora dell’insediamento ufficiale di Carney, il leader americano ha fatto notizia con una sua “battuta”, affermando che il Canada potrebbe diventare il 51esimo stato degli Stati Uniti.

Un’affermazione che ha riacceso il dibattito, mai del tutto sopito, sulla sovranità canadese. La questione infatti non è nuova: nel corso del Novecento, se ne è discusso più volte, ma questa possibilità è sempre stata respinta a causa delle profonde differenze tra le due nazioni in termini di politica, identità e valori.

Canada verso una nuova era, tra sfide interne e tensioni con gli Stati Uniti

Canada e Stati Uniti, due paesi confinanti, sono storicamente partner a livello commerciale. Tuttavia, Trump ha fatto infuriare molti canadesi con i suoi dazi, introdotti nell’ambito della sua politica economica protezionista “America First”. Una parte dell’opinione pubblica canadese ha reagito boicottando gli Stati Uniti, cancellando le vacanze previste oltreconfine. Ha fatto notizia anche il rifiuto, da parte di alcuni esercizi commerciali, di chiamare il caffè “americano”, ribattezzandolo “canadese”. Sebbene simbolico, questo gesto ha assunto un significato politico importante.

I liberali, dunque, dovranno prima di tutto superare la sfida di formare un governo.

Oltre alla guerra commerciale, Carney dovrà rispondere anche alle minacce di annessione provenienti da Washington e affrontare questioni interne urgenti, come l’aumento dei prezzi degli alloggi e dei generi alimentari. Se non riusciranno a costruire una maggioranza, al Canada potrebbe prospettarsi una fase di instabilità politica.

La vittoria di Carney rappresenta quindi non solo una sfida politica interna, ma anche un banco di prova nei rapporti con gli Stati Uniti. In un contesto globale segnato da nuove tensioni geopolitiche e dal ritorno del protezionismo economico, il Canada sarà chiamato a difendere la propria sovranità, a rafforzare la coesione interna e a rilanciare la propria visione sullo scenario internazionale.

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