Il primo giorno del suo mandato, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che segna un significativo passo verso l'ampliamento della pena di morte a livello federale. Il provvedimento, che ha suscitato molte discussioni, prevede misure per abbattere le restrizioni imposte dalla Corte Suprema. Con questo ordine, Trump mira a consolidare la sua visione sulla giustizia penale, ma solleva anche preoccupazioni sulle implicazioni etiche e legali.
Il primo giorno del suo nuovo mandato, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo intitolato "Ripristino della pena di morte e protezione della sicurezza pubblica", con cui prevede l'ampliamento dell'uso della pena di morte a livello federale. Il provvedimento ordina al procuratore generale di intraprendere azioni legali per annullare un precedente della Corte Suprema che limita il potere dei governi federali e statali ad applicare la pena capitale.
Le misure volute da Trump esortano il procuratore generale degli Stati Uniti a perseguire la pena di morte per crimini di grave entità, incluso per chi uccide agenti delle forze dell'ordine e per coloro che si trovano illegalmente nel territorio nazionale e commettono un crimine capitale.
La questione della pena di morte federale è tornata all'attenzione pubblica anche grazie al discorso di Trump al Congresso, dove ha chiesto ai legislatori di rendere permanenti le modifiche da lui sostenute nell'ordine esecutivo:
Trump ha reso omaggio alla vedova di Jonathan Diller, un agente di polizia di New York ucciso a colpi di arma da fuoco durante un controllo stradale, promettendo di aumentare le protezioni per gli agenti. L'ampliamento dell'uso della pena di morte era stato un tema centrale anche durante la sua campagna elettorale.
Donald Trump ha firmato diversi ordini esecutivi già dal primo giorno del suo secondo mandato. Ha mirato a cambiare le politiche dello stato federale in diverse materie ma ha anche agito con l'intento di ribaltare i provvedimenti approvati dai suoi predecessori. Quello che riguarda la pena di morte rappresenta una pericolosa rianimazione di una misura crudele, per non considerare le possibili morti ingiuste e le modalità disumane delle esecuzioni.
L'ordine stabilisce anche che il procuratore generale deve valutare le condizioni di detenzione dei 37 uomini. Queste persone hanno ottenuto la commutazione del braccio di morte da parte del predecessore di Trump, Joe Biden, prima della fine del suo mandato, il 23 dicembre 2024.
Infine, l'ordine esecutivo di Trump chiede al procuratore generale di garantire che gli stati abbiano a disposizione farmaci sufficienti per le iniezioni letali, in modo da poter eseguire le condanne.
Attualmente, la pena capitale è legale in 27 dei 50 stati degli Stati Uniti. Tuttavia, alcuni di questi stati non hanno proceduto ad ordinare esecuzioni, nonostante la siano previsite nell'ordinamento legale. La pena di morte federale, al contrario, si applica in tutti gli stati del paese, ma viene utilizzata relativamente di rado.
Nel 1972, la pena di morte federale è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Suprema nel caso Furman contro Georgia. Tuttavia, nel 1988, è stata reintegrata, inizialmente limitata a una ristretta categoria di crimini. In seguito, con l'introduzione del Federal Death Penalty Act nel 1994, l'applicazione della pena capitale è stata estesa a una gamma più ampia di reati.
Durante gli ultimi mesi del mandato di Donald Trump, tra luglio 2020 e gennaio 2021, sono state giustiziate 13 persone, un numero significativo che ha attirato l'attenzione nazionale e internazionale sulla questione della pena di morte negli Stati Uniti.