La Fiorentina si prepara a tornare in campo dopo la scomparsa di Joe Barone. La sosta per gli impegni delle Nazionali ha consentito alla squadra di ritrovarsi e di avere un pò di tempo in più per metabolizzare la tragedia. Italiano vuole ripartire con il piede giusto, ma il compito del Franchi sarà difficilissimo. Sabato sera, con fischio di inizio alle ore 20.45, a Firenze arriverà il Milan. La squadra di Pioli sta bene, è in crescita e vuole consolidare il secondo posto. La viola sa bene che fermarli non sarà semplice, ma il gruppo sarà spinto da una motivazione in più. Per commentare Fiorentina-Milan, Giovanni Galli, ex portiere e doppio ex, che ha vestito entrambe le maglie nel corso della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Fiorentina-Milan, Galli a Tag24

A Firenze sono stati giorni particolari, difficili e sentiti, ma ora è tempo di tornare in campo. Quello di sabato sera contro il Milan sarà un match emozionante, il primo dopo la scomparsa di Joe Barone con la curva Fiesole, e tutto l’ambiente, già pronti a rendere omaggio al direttore generale. La sua morte ha sconvolto tutti, ma la squadra dovrà essere brava e tornare a vincere anche per lui. L’obiettivo è quello di poter chiudere la stagione con almeno un trofeo. D’altronde la viola è ancora in corsa sia in Conference che in Coppa Italia e quest’anno Italiano spera che le cose possano andare diversamente rispetto alla scorsa stagione. Il compito in campionato non è semplice perchè al Franchi arrivano i rossoneri di Pioli. Per commentare Fiorentina-Milan, Giovanni Galli, che ha vestito entrambe le maglie in carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Fiorentina torna in campo dopo la scomparsa di Joe Barone. Il primo pensiero credo sia giusto rivolgerlo al direttore generale…

“Non ho avuto modo di conoscere di persona Joe Barone, ma posso valutare il lavoro meraviglioso che lui ha fatto alla Fiorentina. È riuscito a realizzare il Viola Park, ha trasformato questa società, che oggi ha degli utili e credo che come direttore generale abbia fatto un grandissimo lavoro. Personalmente però non lo conoscevo”.

Ti aspetti che la viola abbia delle motivazioni in più?

“Purtroppo questa squadra ci è già passata poco tempo fa con la scomparsa di Davide Astori. La risposta da parte della squadra , in quel caso , fu straordinaria perché fecero un filotto di vittorie che li portò molto in alto in classifica. È difficile però prevedere come scenderanno in campo sabato. Quel che è certo è che c’è una città intera intorno a questa squadra, e che tutti sono pronti a trasferire a questo gruppo tutto l’affetto possibile. Purtroppo si tratta di un club abituato alle sofferenze, che sa bene come reagire. Mi aspetto una partita tosta da parte della Fiorentina”.

Hai vestito entrambe le maglie nel corso della tua carriera. Il Milan prima della sosta ha dimostrato di essere in forma e ha ritrovato i suoi calciatori più rappresentativi. Risiede lì il pericolo principale?

“Sì, ma il Milan a Firenze ha sempre fatto nel recente passato. Non so come saranno disposti in difesa, ho visto che Kalulu si è fatto male e dovrebbe rientrare Gabbia. Non ci sarà a Theo Hernandez, e questa è un’assenza importante. Da questo punto di vista sarà un Milan zoppo, ma resta una squadra che ha ripreso a correre e che ora è a seconda in classifica. I rossoneri vorranno mantenere questa posizione fino alla fine. L’Inter, in questa stagione, è troppo più forte rispetto alle altre, e al Milan resta anche il cammino in Europa League”.

È proprio l’Europa l’obiettivo principale di questa stagione rossonera?

“C’è stata grossa delusione per come è finita la Champions, ma il Milan era capitato davvero in un girone di ferro. Tutti parlavano del Borussia Dortmund, ma guardate oggi dov’è. È chiaro che la Coppa deve essere un obiettivo. Non ci dimentichiamo che i rossoneri, un anno fa, sono arrivati in semifinale di Champions. In Europa League dovranno competere fino alla fine per cercare di portare a casa la vittoria. A volte, la storia, ti obbliga ad andare oltre a quelle che potrebbero essere le tue possibilità, già per il fatto di chiamarsi Milan. Il pericolo principale però si chiama Liverpool”.

Pioli è stato messo in discussione svariate volte. Pensi che il suo ciclo sia finito?

“Di Pioli si è parlato troppo spesso, ha sempre vissuto di continui alti e bassi a livello di consensi. Però è un allenatore che ha sempre portato a casa il risultato, in un modo o nell’altro. È una persona seria, un uomo vero, un allenatore molto preparato e che riesce a dare e a ricevere tanto. Fu proprio lui l’allenatore della Fiorentina del dopo Astori e riuscì a ricompattare quel gruppo, ottenendo risultati importanti. È una persona che riesce ad avere grosso consenso e stima da parte della squadra e questo è fondamentale per fare questo lavoro. Può darsi che a fine stagione il Milan deciderà di cambiare, ma non mi meraviglierei se decidessero invece di andare avanti insieme”.

Per quel che riguarda Italiano, invece?

“Dell’addio di Italiano si parlava già lo scorso anno, ma poi c’è stato il prolungamento. A gennaio poi sono arrivati i primi segnali di un possibile addio. Ora purtroppo dovrà fare a meno anche di Joe Barone, che era il suo referente e che lavorava costantemente alle sue spalle. Credo che lui abbia seminato molto bene in questi quattro anni e che adesso chiederà di andarsi a relazionare con altre piazze. Ha preso una squadra depressa e l’ha resa protagonista, di questo bisogna dargliene atto. La scelta del prossimo allenatore dovrà essere in linea con quello che ha fatto fin qui Italiano”.