Skip to main content

Venezia 79 Paul Schrader a TAG 24: ”Avrei voluto dirigere Taxi Driver, ma mi avrebbe potuto distruggere la carriera”



Venezia 79 Paul Schrader a TAG 24: ”Avrei voluto dirigere Taxi Driver, ma mi avrebbe potuto distruggere la carriera”

Paul Schrader in conferenza stampa risponde alla domanda di Tag24 svelando perché ha deciso di diventare regista.


Oggi è il grande giorno di Paul Schrader, lo storico sceneggiatore di capolavori come Taxi Driver e Toro Scatenato ormai da anni prolifico regista che presente il suo nuovo film Master Gardener fuori concorso e si appresta a ritirare il Leone d’Oro alla carriera. Un premio fortemente voluto dal direttore artistico Alberto Barbera per un autore capace di cambiare tra gli anni 60 e 80 la storia della New Hollywood, specie con il prolifico sodalizio con Martin Scorsese.

Il suo nuovo film ha l’essenza del suo cinema, una splendida scrittura in cui come protagonista c’è sempre la solitudine e la redenzione come già accaduto in tante sue opere in particolare Cane mangia cane e Il Collezionista di Carte andando così a completare una ideale trilogia. Paul Schrader trova in Joel Edgerton, ma soprattutto in Quintessa Sidwell una coppia di protagonisti straordinaria, in cui fa da contraltare in uno dei ruoli più intriganti da anni per la sua filmografia Sigourney Weaver. Questo film che  viaggia con il paragone tra la botanica e la vita ci regala una riflessione potente sull’esistenza e sulla ciclicità del percorso vitale di ognuno di noi, destinato a cadere e distruggersi prima di risorgere. Una natura che può essere benevola se accudita, o maligna se maltrattata ma mai per sue colpe. Un film intenso e tra i più apprezzabili di questi primi giorni di Mostra del Cinema di Venezia.

Paul Schrader arriva tra gli applausi all’incontro con la stampa e sul protagonista di Master Gardener spiega: “Molti anni fa ho trovato questo personaggio della letteratura europea all’interno di una commedia di Sarte. Si tratta di un uomo senza qualità che entra nei miei film da Taxi Driver e da quel momento in poi continua ad entrare ed uscire. Di tanto in tanto rivisito un po’ questo personaggio. Quando la tecnologia è diventata disponibile e i budget inferiori ho ottenuto maggiore libertà infatti sono già tre volte di seguito che lo riesamino, lui invecchia con me. Si tratta semplicemente di un processo di invecchiamento in cui questo personaggio evolve e spero di aver concluso la mia storia con lui”.

Autore di capolavori in cui la violenza ha sempre avuto una parte fondamentale: “Sono stato parte di una generazione che ha scritto film anche molto violenti che appartiene al passato. Abbiamo l’idea della redenzione cristiana attraverso il sangue. Le cose evolvono il ruolo della dea del male può convivere con lei”, e proprio dal passato noi di TAG24 gli abbiamo chiesto se ci fosse un film che tornando indietro vorrebbe dirigere tra i tanti che ha scritto “Taxi Driver era interessante, penso che lo avrei potuto dirigere ma penso che avrebbe potuto uccidere la mia carriera. Le sceneggiature scritte, forse con taxi driver sarebbe un rischio, perché per scrivere dobbiamo farlo bene e se vogliamo dirigere dobbiamo farlo bene. Questo mi ha portato a fare il cambiamento verso la regia”.

Una modestia neanche troppo velata quella di Paul Schrader, che  considera meritato il suo Leone d’Oro: “Me lo sono meritato – dice ironico – anche solo per il fatto che, oltre a scrivere e dirigere i film, li ho spesso anche prodotti, un modo, quest’ultimo, per realizzare questi piccoli miracoli che sono appunto i film”.

In questo suo ultimo lavoro il protagonista è Joel Edgerton, recentemente tornato anche nella saga di Star Wars con la serie Kenobi di Disney Plus: “Credo che uno dei motivi che mi hanno spinto a diventare un attore è stata la possibilità di fare film come questo. Lavorare con Paul Schrader per farmi partecipare all’ultimo capitolo di questa trilogia mi ha fatto dire di sì  a prescindere. Paul avrebbe potuto dirmi vieni in questo giorno e avrei detto si”. L’attore ha poi spiegato su cosa significhi davvero lavorare con un regista del genere la “Speriamo sempre di lavorare con un regista così, in breve mi è sembrato che la richiesta di non portare dei trucchi ma di portare una quiete consentendo al caos del personaggio di aver luogo. Ad essere onesti mi sono sentito talvolta molto a disagio, sono grato di questa esperienza. I tatuaggi non erano reali, ma altrimenti sarei in una clinica a farmelo togliere. Il covid ha cambiato la mia vita portandomi a fare yoga  e vivere in modo più sano”


Sigourney Weaver invece è la padrona del giardino: “Ho letto la sceneggiatura ed è stata una rivelazione, l’ho ricevuta pochi giorni prima di incontrarmi con Paul ed era diversa da tutte le altre. Sembrava molto semplice ma con una profondità molto particolare”, mentre la giovane stella ə sicuramente Quintessa Sidwell che è al suo primo grande ruolo dopo Granada Nighta di Abid Khan spiega: “È stata un’esperienza incredibile. Ogni regista aggiunge qualcosa di diverso tuttavia lavorare con Paul è stato un sogno. Man mano che cresco come attrice capisco come aver fiducia nei co-protagonisti, nel direttore, nel regista. Ha significato moltissimo per me il semplice fatto di aver raccontato la storia di questa giovane”.

Quintessa Swindell è la giovanissima protagonista, che arriva a questo secondo film dopo l’ottima prima prova nell’indipendente con Granada Nights di Abid Khan e a TAG24 risponde sull’onore di lavorare con un così grande maestro: “È stata un’esperienza incredibile. Ogni regista aggiunge qualcosa di diverso tuttavia lavorare con Paul è stato un sogno. Man mano che cresco come attrice capisco come aver fiducia nei co-protagonisti, nel direttore, nel regista. Ha significato moltissimo per me il semplice fatto di aver raccontato la storia di questa giovane”.