La riforma Cartabia entrerà in vigore il 28 febbraio, in anticipo rispetto alla data prevista del 30 giugno, per un emendamento alla legge di bilancio. Tutti i processi introdotti dopo il 28 febbraio 2023, saranno quindi soggetti al nuovo rito.
Una delle novità più importanti riguarderà il diritto della famiglia. La ratio è quella di snellire le cause civili inerenti a divorzi e separazioni, con tempi più brevi e udienze dimezzate. Ma tra i matrimonialisti c’è grande preoccupazione per i costi e per il fatto che con il rito unico le parti dovranno dedurre, prima della prima udienza, tutti gli elementi del loro contrasto e sarà eliminata nei procedimenti di separazione e divorzio, l’udienza presidenziale.
Le perplessità dell’avvocato Armando Cecatiello, che da 25 anni si occupa di diritto di famiglia, nella trasmissione Società Anno Zero, condotta da Livia Ventimiglia: “la riforma prevede un unico procedimento per tutte le crisi familiari: separazioni, divorzi, affidamento e collocamento di genitori non sposati. Un procedimento che diventa complesso per gli avvocati e costoso per le parti: se prima c’era la fase presidenziale in cui si poteva trovare un accordo, favorito dai giudici, il nuovo processo prevede un’istruttoria completa prima ancora della prima udienza; vuol dire che con il primo atto introduttivo si presenta tutto il materiale probatorio, un sistema all’americana, in cui si paga anche tutta la causa.”