Quattro minuti e 200 metri, tempo e spazio che racchiudono la morte di Alika, l’ambulante nigeriano ucciso a colpi di stampella e a mani nude venerdì scorso, da Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, un operaio di 32 anni, che stava passeggiando con la sua compagna Elena per corso Umberto, a Civitanova Marche. Quattro minuti d’inferno per Alika, la cui colpa, a dire di Ferlazzo, è stato essere insistente nel chiedere l’elemosina e aver preso per il braccio la sua compagna. Poco dopo le 14 il cuore di Alika si è fermato, sotto il peso dell’aggressore, che, ora è in carcere e dice di non sapere cosa ha fatto….Tutto questo davanti a molte persone che invece di intervenire si sono limitate a guardare e a filmare la scena con i telefonini. Si tratta di una “sindrome” particolare: l’ha spiegata al microfono di Fabio Camillacci per “Giallo d’Estate” su Cusano Italia TV il Sociologo della Comunicazione Marino D’Amore.
Categorie Cronaca
Guarda anche
- Omicidio Civitanova Marche, la fidanzata dell’assassino: “Pregavo che quell’uomo non morisse”
- Il gip convalida l’arresto dell’omicida di Alika, l’ambulante nigeriano ucciso a Civitanova Marche
- L’omicidio di Civitanova Marche e le patologie digitali
- Omicidio di Civitanova Marche, in 500 sfilano per chiedere giustizia
Autore
