La Festa del Cinema si apre con Il Colibrì di Francesca Archibugi, felice di inaugurare la kermesse capitolina.
Festa del Cinema, Francesca Archibugi sul red carpet con il suo Il Colibrì
Inizia la diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma sotto il segno del cinema italiano.
La kermesse, affidata al nuovo presidente della Fondazione Cinema per Roma Gian Luca Farinelli e alla direttrice artistica Paola Malanga e, nelle intenzioni, totalmente rinnovata rispetto alla precedente gestione di Antonio Monda, ha visto la sua prima giornata bagnata dal più classico dei temporali di ottobre. Un maltempo che, per la fortuna e la gioia dei presenti, si è interrotto prima del tradizionale red carpet che ha preceduto l’anteprima del film inaugurale della Festa. Scelta ricaduta sulla pellicola italiana Il Colibrì, diretto da Francesca Archibugi.
Proprio la regista, raggiunta da Thomas Cardinali per Cusano Italia Tv, ha apprezzato la scelta degli organizzatori di affidare l’apertura a un film italiano, invece dei “soliti blockbuster americani”.
“Sicuramente è una grande responsabilità e un onore. Sono grata a Paola Malanga e Gian Luca Farinelli per aver scelto un film italiano per aprire quest’anno il festival, invece dei soliti blockbuster americani. Speriamo di essere all’altezza e che sia valsa la pena di puntare su questo tipo di film”.
Un film sulla bellezza di vivere nonostante tutte le avversità
Il Colibrì è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Sandro Veronesi e racconta, attraverso una costruzione a incastri e salti temporali, la vita di Marco Carrera (Pierfrancesco Favino), un uomo costretto ad affrontare tutte le difficoltà che la vita pone sul suo cammino ma che ha imparato a rimanere resiliente di fronte a esse. Dalla morte della sorella (Fotinì Peluso), alla separazione dalla moglie Marina (Kasia Smutniak), fino al rapporto con la figlia Adele (Benedetta Porcaroli), e il legame profondo ma a distanza con l’amica d’infanzia Luisa (Berénice Bejo).
La pellicola solleva anche alcune riflessioni politiche di scottante attualità, come ad esempio il tema dell’eutanasia, ma la Archibugi è convinta che sia un altro il cuore del suo film e del romanzo di Veronesi da cui è tratto.
“Se devo pensare a un messaggio che spero arrivi dal mio film, direi che sia la consapevolezza che vivere è molto complicato, difficile, doloroso, ma non per questo è meno bello“.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.