Autonomia differenziata, Calderone(M5S):” Non ci sono le risorse per i servizi essenziali”. Da bozza che tutti facevano finta d’ignorare, la legge di riforma targata Calderoli, si è trasformato in uno degli obiettivi di riforma costituzionale prioritari del Governo Meloni. Mariolina Castellone, vice Presidente del senato e esponente del Movimento 5 stelle, è intervenuta in merito nella trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. Le sue prime dichiarazioni in diretta radio sono un affondo sulla questione di metodo :“La quinta bozza del testo è passata ancora prima che avesse l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni -ha affermato Castellone-. La prima criticità il metodo: il parlamento avrà solo una funzione decorativa, dovrà definire i Lep, ovvero i servizi essenziali. Ma l’altra criticità è che per garantire questi servizi essenziali in maniera omogenea sul territorio nazionale servono risorse, ma questi soldi non ci sono.
Autonomia differenziata, Calderone(M5S):” Non ci sono le risorse per i servizi essenziali”
Senza soldi non si fa nulla. Questo assunto vale nell’economia domestica, in quella imprenditoriale e a livello istituzionale. La Vice presidente del Senato sottolinea quello che lei definisce i rischio derivante dall’assenza di risorse economiche ovvero ” il rischio è che mancando i soldi alla fine si trasferiranno le competenze che le Regioni chiedono senza però garantire che ci sia questa omogeneità sul territorio. Le materie su cui è stata chiesta l’autonomia differenziata sono anche energia e ricerca, ma queste materie possono mai essere decise dalle Regioni? Sono ambiti su cui servirebbe invece più coordinazione a livello nazionale.
I rischi per la sanità
La sanità Italiana mostra ogni giorno le sue fragilità, nonostante il covid abbia lanciato il campanello d’allarme sull’organizzazione e la precarietà del servizio sanitario pubblico, non ci sono state risposte in merito soddisfacente da parte dei governi e l’autonomia differenziata per la Castellone tocca le corde sensibili del tema: “La sanità che ha già dimostrato di non poter essere in mano alle Regioni. La riforma del Titolo V non ha funzionato e lo ha dimostrato la pandemia. C’è il sospetto che questa fuga in avanti sia in realtà una bandierina elettorale che la Lega ha piantato in vista delle elezioni in Lombardia. Non è stato fatto né un passaggio in conferenza Stato-Regioni né è stato coinvolto il Parlamento”.
Sul salario minimo, Calenda tende la mano al M5S
Strane queste elezione regionali per il centrosinistra. In Lombardia Pd e 5 stelle alleati, mentre nel Lazio si va al voto con Pd e terzo polo. Ma stranamente sul tema del salario minimo, il leader di azione Calenda apre ai pentastellati e la Castellone commenta che “finalmente si sono svegliati sul salario minimo. Noi diciamo che anche nei contratti collettivi bisogna garantire quella soglia dei 9 euro lordi l’ora. Auspico che chi vuole fare queste battaglie abbia il coraggio di portarle avanti fino alla fine. Sento spesso dire cose simili a ciò che diciamo noi, ma poi in Parlamento noi siamo gli unici a metterci cntro le lobby e contro i sindacati”.