La bozza della legge di Bilancio 2024 prevede l’istituzione di un bonus mamme dal prossimo anno che andrà a integrare (o a sostituire del tutto) il taglio del cuneo sui contributi, in vigore già nel 2023 alle percentuali del 6% e del 7% e confermato per tutto il prossimo anno. A fronte di un taglio sui contributi (totale o parziale) a carico dei lavoratori del 9,19%, le due misure agiscono in maniera differente.

Infatti, nel caso del taglio del cuneo contributivo, la percentuale del 9,19% dei contributi a carico del lavoratore alle dipendenze si avvantaggia del 7% per chi guadagna al lordo fino a 1.923 euro al mese (fino a 25mila euro all’anno) e del 6% per stipendi tra i 1.923 e i 2.692 euro lordi al mese (pari a retribuzioni annuali tra 25mila e 35mila euro). 

Ciò significa che la percentuale dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti si assottiglia a 2,19% per chi guadagna fino a 25mila euro all’anno e al 3,19% per chi guadagna tra 25mila euro e 35mila euro.

Per le donne madri, tuttavia, il nuovo bonus in arrivo nel 2024 sostituisce il taglio del cuneo contributivo al verificarsi di determinati requisiti, rendendo le buste paga nettamente più convenienti. La misura andrà a vantaggio di 681mila lavoratrici circa su una platea di 9,7 milioni di donne occupate. 

Bonus mamme 2024 e taglio cuneo contributivo: quale conviene di più a donne con stipendio di 1.500 euro mensili?

Il nuovo bonus mamme 2024 che i datori di lavoro dovranno applicare alle lavoratrici madri offrirà una maggiore convenienza e aumenterà gli stipendi delle dipendenti. Più del taglio del cuneo contributivo. Innanzitutto perché quest’ultimo ha un limite di retribuzioni annue di 35mila euro che non è applicato nel caso del bonus mamme.

Tutte le lavoratrici dipendenti, purché con almeno due figli, sono ammesse all’agevolazione fiscale. Il limite del bonus è di 3.000 euro all’anno: non si potrà, quindi, superare questa cifra di taglio totale dei contributi a carico. La percentuale del 9,19% di contributi a carico della dipendente viene del tutto azzerata e non ridotta come nel caso del taglio del cuneo contributivo (2,19% e 3,19%) 

Confronto tra taglio del cuneo contributivo 2023 e azzeramento dei versamenti a carico

Accedono al bonus mamme due platee di lavoratrici alle dipendenze. La prima, per tutto l’anno 2024, avrà l’azzeramento dei contributi previdenziali (senza conseguenze per la futura pensione), per le mamme di almeno due figli e l’ultimo di età non eccedente i 10 anni. In questa platea rientrano 570mila lavoratrici dipendenti. 

La seconda platea, in vigore dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, riguarda le mamme di almeno tre figli, con l’ultimo che non deve aver raggiunto la maggiore età. Anche per le lavoratrici di questa platea (111mila secondo le simulazioni ricavate dai dati dell’Inps), vige l’azzeramento dei contributi a proprio carico. 

Bonus mamme 2024 stipendi più alti: ecco di quanto 

Si può calcolare come cambia la busta paga e, quindi, di quanto aumenta lo stipendio di una lavoratrice dipendente mamma. Se la retribuzione mensile è di 1.500 euro  al lordo, l’applicazione del taglio contributivo attualmente in vigore del 7% produce un risparmio sui versamenti pari a 105 euro al mese (con 33 euro ancora a carico della dipendente, pari al 2,19%). L’imponibile fiscale sarà, pertanto, di 1.467 euro per un’Irpef da versare pari a 342 euro e uno stipendio netto di 1.125 euro. 

Nel caso del bonus mamme 2024, i contribuenti a proprio carico – pari al 9,19%, sono azzerati con un risparmio sui versamenti di 138 euro. L’imponibile fiscale è pari a 1.500 euro, con un’Irpef da versare pari a 345 euro e un netto in busta paga pari a 1.155 euro. Il maggiore importo netto disponibile alla lavoratrice è di 30 euro mensili, che costituiscono – in parte – la quota non pagata dal 2,19% dovuta all’azzeramento totale dei contributi previdenziali. Infine, l’Inps ha recentemente chiarito come e quando debbano applicarsi il bonus mamme e il taglio del cuneo fiscale.