Ecco le ultime notizie sullo smartworking per i lavoratori fragili. Il prossimo 30 Settembre infatti scadrà la proroga introdotta con la legge di conversione del decreto Lavoro che dava diritto ai lavoratori pubblici e privati con gravi patologie croniche di lavorare da remoto così dal mese di Ottobre per molti lavoratori potrebbe non essere più possibile svolgere la propria mansione da casa.

Un diritto che questa categoria di lavoratori in questo momento possiede anche se svolge un lavoro non propriamente compatibile con lo smart working. Infatti è previsto dalla legge che la mansione possa essere cambiata, senza diminuzioni di stipendio e con lo stesso inquadramento previsto dal contratto nazionale applicato per adattarsi alle condizioni di salute del soggetto.

Questa situazione rimarrà così però solo per qualche giorno ancora, infatti salvo straordinarie proroghe di cui al momento non si è parlato la situazione, passata l’emergenza Covid-19 potrebbe tornare quella originaria.

Con ogni probabilità si assisterà quindi ad un graduale ritorno alla disciplina ordinaria per tutte le tipologie di lavoratori. 

Il provvedimento era stato preso infatti durante la pandemia, ad oggi la situazione è ben diversa e si ritiene che i soggetti fragili non siano più in grave pericolo a causa del Covid.

Smartworking per lavoratori fragili ultime notizie: cosa cambia dal 1° Ottobre

Ancora però non è detto, che dal 1° Ottobre il datore di lavoro non consenta ai lavoratori fragili o super fragili di procedere come fatto fino ad ora con lo smartworking.

Questi, infatti, se hanno i requisiti, possono presentare una certificazione medica che attesti che siano maggiormente esposti al rischio di contagio, rientrando in ufficio e che quindi fanno pienamente parte della categoria dei fragili, che nel settore privato può usufruire del lavoro agile fino al 31 Dicembre 2023.

Esiste infatti la possibilità di proseguire con il lavoro da casa fino al 31 Dicembre 2023 per le categorie dei fragili e per i genitori con figli under 14, purché la loro mansione sia compatibile con il lavoro da remoto.

La certificazione di lavoratore fragile dovrà essere rilasciata esclusivamente dal medico di famiglia. La legge in questo caso dice che:

“In ragione dell’età o della condizione di rischio derivante da immunodepressione, da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita o, comunque, da comorbilità che possono caratterizzare una situazione di maggiore rischiosità accertata nell’ambito della sorveglianza sanitaria”.

La possibilità di lavorare da casa coinvolge anche i genitori del settore privato con figli minori di 14 anni a condizione però che uno dei due genitori non sia beneficiario di ammortizzatori sociali o non lavori.

Sono inoltre previsti dei termini di scadenza per comunicare la volontà di lavorare da remoto, pena l’applicazione delle sanzioni amministrative che va da 100 a 500 euro per ogni lavoratore: 

  • per i datori di lavoro privati, la comunicazione deve essere inviata entro i 5 giorni successivi dall’inizio della prestazione in modalità agile;
  • per i datori di lavoro pubblici, il dipendente dovrà inviare la richiesta entro il giorno 20 del mese successivo all’inizio della prestazione di lavoro agile cioè dall’ultimo giorno del periodo comunicato prima dell’estensione in caso di proroga. 

Il lavoro da remoto in Italia

Per quando riguarda il lavoro da remoto l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri paesi che hanno adottato questo tipo di lavoro non solo in casi estremi come avvenuto per la pandemia da Covid.

Il problema sorge quando si fa riferimento a dei veri e propri esercizi pubblici in grado di dare spazio e servizi per chi lavora da remoto. Nel nostro Paese infatti bar, ristoranti o caffetterie sembrano essere sempre più restii ad accogliere i lavoratori digitali nei loro spazi. Ciò avviene anche perchè questa categoria di lavoratori appare ormai ampia anche Italia ma non così cresciuta ed espansa come in altre nazioni.

In Italia lo smartworking, il lavoro da remoto, oppure semplicemente il lavoro digitale come quello dei freelance ad esempio è ancora visto con molta reticenza.