L’OMS propone un Green Pass globale sanitario e l’Italia, tramite il Ministro Schillaci, ha deciso di non aderire a questa iniziativa, quali sono le ragioni?

Scendiamo nei dettagli e vediamo in cosa dovrebbe consistere questo Green Pass e le motivazioni dietro la decisione italiana di non parteciparvi.

Cos’è il Green Pass globale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato il Global Digital Health Certification Network (GDHCN), una piattaforma open source costruita su standard solidi e trasparenti.

Questa rete globale è stata creata per supportare la preparazione ad eventuali pandemie future e migliorare l’assistenza sanitaria su scala mondiale.

Basandosi sull’esperienza acquisita durante la pandemia di COVID-19, l’OMS riconosce l’importanza di un meccanismo globale che faciliti la verifica dei documenti sanitari, inclusi i certificati di vaccinazione e i risultati dei test.

Il GDHCN mira a digitalizzare i certificati sanitari internazionali, verificare le prescrizioni al di là dei confini e garantire una migliore assistenza sanitaria globale.

L’obiettivo ufficiale è proteggere le persone da future minacce alla salute, facilitare la mobilità globale e prepararsi meglio per epidemie o pandemie future.

La rete potrebbe anche essere utilizzata in situazioni umanitarie transfrontaliere, consentendo alle persone di accedere alle proprie informazioni sanitarie mentre attraversano i confini.

Il Green Pass globale si baserebbe sul certificato Covid dell’UE, già ampiamente utilizzato, che ha servito come modello per questo nuovo sistema, basato su tecnologie open source e standard trasparenti.

L’OMS assicura che il sistema rispetterà i principi di equità, innovazione, trasparenza, protezione dei dati e privacy, garantendo che i dati personali rimangano sotto il controllo dei governi e che vengano mantenute elevate misure di sicurezza per la privacy.

Perché l’Italia non aderirà al Green Pass globale

In seguito dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto-legge del 26 febbraio, ritengo utile precisare che il Governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘green pass globale’ dell’Oms”, queste sono state le parole del Ministro della Salute, Schillaci.

Il Ministro afferma anche che il Governo presenterà un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi Pnrr in tema di salute, a partire dalla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico.

L’adesione al Green Pass globale è volontaria per gli Stati membri dell’UE, ecco perché l’Italia si è sentita libera di non aderire.

Quali sono le preoccupazioni in merito al Green Pass globale

La discussione sul Green Pass mondiale ruota attorno alla sua origine come strumento sanitario di protezione. Ma se fosse una potenziale minaccia per le libertà individuali?

Mentre è stato promosso come un mezzo per facilitare la mobilità e migliorare la salute pubblica, molte persone esprimono preoccupazioni sul suo impatto sulla libertà personale.

L’idea che il Green Pass possa essere esteso su scala globale, con l’OMS che adotta il know-how dell’Unione Europea ai tempi del Covid, solleva dubbi sul controllo democratico e sull’eventuale limitazione delle libertà.

Ricordiamo che il green pass in Italia fu introdotto come metodo sanitario (peraltro non utile a fermare i contagi, anzi), ma alla fine è diventato un mezzo di discriminazione e limitazione della libertà. È normale che questo Governo sia preoccupato.

Inoltre ci si chiede: come verrà implementato il Green Pass mondiale? Chi lo controllerà? Quali saranno le conseguenze per coloro che non lo possiedono?

È fondamentale che questo strumento sia utilizzato in modo trasparente ed equo, garantendo al contempo il rispetto delle libertà individuali e il sostegno alla salute pubblica globale. E fino a quando questa trasparenza non ci sarà, fa bene il governo italiano a non aderire.

Vi terremo aggiornati su ulteriori novità in merito a questa misura.