In concomitanza con l’inizio del vertice Italia Africa, nominato Piano Mattei in ricordo del progetto voluto da Enrico Mattei per supportare il continente africano, le controparti, nelle persone di alcuni esponenti politici della minoranza e di rappresentanti di organizzazioni extra politiche, che operano nell’ottica del supporto ai paesi africani hanno esposto le loro idee a proposito degli obiettivi del vertice.

Neocolonialismo

Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana rimarca il punto che l’operazione in progetto è un’operazione neocoloniale e ribadisce il fatto che, seppur nominata sfruttamento compatibile, sempre di sfruttamento si tratta. Le manovre da mettere realmente in atto devono partire dalla cancellazione del debito per tutto il continente africano fino a giungere ad incrementare i fondi per la cooperazione e lo sviluppo, poiché al momento attuale, con una percentuale dello 0,3, siamo ben al di sotto dell’obiettivo dello 0,7%. Ciò si inquadra in un contesto di mera propaganda che invece deve trasformarsi in operazioni concrete.

Mancato coinvolgimento

Monica di Sisto, esponente di Fairwatch, lamenta il fatto che i capi di stato e di governo africani presenti siano meno di 20, contro i circa 50 che sono stati invitati a partecipare al vertice. Ciò evidenzia il fatto che, in questo contesto, la consultazione fra gli esponenti presenti risulti ridotta e perciò, essendoci una mancato coinvolgimento degli stati africani, il vertice non porterà nessun beneficio futuro essendo presenti gli attori di sempre con lo stesso business di sempre da mettere in pratica.

Sfruttamento del territorio

Simone Ogno di Re:Common sospetta che il Piano Mattei per l’Africa sia un piano vuoto di progetti e che alla fine venga riempito solo di progetti che andranno a discapito delle popolazioni africane, come quelli che riguardano il fossile, l’agribusiness e così via dicendo. Ogno contesta il fatto che la cabina di regia del Piano Mattei sia partecipata da quegli stessi soggetti che hanno interessi diretti in Africa, come l’ENI, e che poi garantiscono i loro investimenti con denaro pubblico. Perciò, la sua richiesta è quella di mettere in atto una moratoria che riguardi tutti i progetti impattanti, fintanto che il Piano Mattei non venga potenziato e finché non verranno stabilite delle linee guida precise.

Prestiti inestinguibili

Cristiano Maugeri di Action Aid Italia fa notare che i fondi di cui ha parlato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono fondi già stanziati da precedenti governi; per esempio, i 5 miliardi che Giorgia Meloni vuole mettere in campo provengono da una decisione già presa dal governo Draghi. La cosa che preoccupa di più è il rischio che questi fondi vengano erogati tramite prestiti che metterebbero comunque in ginocchio i paesi del continente africano, che poi sarebbero costretti a dover restituire; paesi già assai fragili, specialmente a causa dei cambiamenti climatici.