Cannucce di plastica inquinanti. Rosalba Giugni (Presidente Marevivo) è intervenuta ai microfoni di “Siamo ciò che paghiamo”, trasmissione condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

ASCOLTA QUI L’INTERVISTA COMPLETA

Le cannucce di plastica sono tra gli inquinanti più devastanti e pericolosi

Abbiamo molti comportamenti che sembrano inoffensivi, ma alla natura arrecano un danno. Pur essendo molto piccole, sono presenti in grandi quantità nelle spiagge. Sono, inoltre, dannose per gli animali che le scambiano con il cibo ed entrano così nella nostra catena alimentare. Tutto ciò che viene prodotto con la plastica deve essere recuperato e riciclato e se disperso in natura crea danno.

La Regina Elisabetta ha fatto un passo importante, proibendo nel suo regno le cannucce, in quanto queste non sono indispensabili.

Quanti anni ci vogliono per smaltire le cannucce di plastica?

Ci vogliono centinaia di anni, ma non si dissolvono mai definitivamente perché le particelle rimangono. La plastica è indistruttibile e, in base a ciò, la nostra campagna si chiama Mare Mostro, che si alimenta di tutto quello che viene riversato nella natura. Tra l’altro la plastica che noi vediamo nel mare è solo il 15% e il restante 85% si trova sui fondali e non verrà mai smaltito.

Noi consumatori cosa possiamo fare?

Abbiamo una campagna che si chiama Emergenza Mare, dove vediamo le “tre R” importanti. La prima è Riduci l’uso della plastica, la seconda è Riusa e la terza Ricicla. In questo modo possiamo fare veramente la differenza e provare a fermare il “Mostro”. Oltretutto bisogna considerare che i paesi asiatici producono un’ingente quantità di plastica e tutto viene condiviso, perché il mare è unico. Le correnti creano grandi isole di plastica, grandi quanto  l’Australia. 

E’ fondamentale ricercare nuove soluzione e a farlo devono essere le aziende, la ricerca.