Quinto mandato e altri sei anni di potere per l’autocrate russo, dopo aver eliminato fisicamente o impedito la corsa ai concorrenti politici più pericolosi, le elezioni russe che hanno portato di nuovo alla presidenza di Putin, hanno fatto vacillare il Centrodestra. Tanto che è dovuto intervenire il Capo della Farnesina, Antonio Tajani, per correggere il tiro delle esternazioni di Matteo Salvini.

Durante la trasmissione ‘dritto e rovescio’ riconosciuto dallo stesso conduttore come grande ‘moderato’ Tajani conferma quanto detto e ribadito anche dalla Premier Giorgia Meloni, le elezioni non sono state ne libere ne democratiche:

“Immagini di soldati che entravano e controllavano per chi votasse la popolazione, c’erano le schede aperte, le urne trasparenti”.

Russia, Tajani (FI): “Putin di anni fa non è lo stesso di oggi”

Tuttavia Del Debbio fa notare attraverso un video di Elly Schlein che attacca Meloni, che anche la presidente del Consiglio anni fa, si congratulava e parlava con il presidente russo.

Tajani però afferma senza timore:

“Il Putin di anni fa, non è il Putin di oggi, il Putin che stringeva le mani a Bush a Pratica di mare non è lo stesso che invade l’Ucraina. Se un amico diventa un delinquente non dipende da me, io gli ero amico quando non era dipendente”

Poi porta l’esempio del Cavaliere e presidente di Forza Italia, recentemente scomparso:

“le cose cambiano, anche Berlusconi lo disse, Conte parlava con lui, era un’altra persona. Il capo di Stato di un gran Paese, la Russia, siamo in disaccordo con lui non in guerra con la Russia.

Ramadan, Tajani: “Sbagliato non tutelare ogni identità”

Il conduttore su Rete4 ha poi chiesto al Vicepremier cosa pensi del caso di Pioltello, la scuola che ha deciso di chiudere per la fine del Ramadan e che ora si trova al centro delle polemiche.

“Giusto che i bambini musulmani possano praticare e non vadano a scuola durante il ramadan, non tutti gli altri bambini”.

Poi porta l’esempio dell’Impero romano dove ogni identità veniva inclusa: “L’identità va tutelata sennò non verrà mai rispettata”

Bari, Tajani: “Non è una decisione contro Decaro”

Poi il caso di Bari, del Comune di cui parlano tutti in queste ore, e della decisione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha nominato la commissione che verificherà un eventuale scioglimento del Consiglio comunale di Bari per possibili infiltrazioni mafiose. Decisione per la quale Decaro, il sindaco del capoluogo pugliese, ha parlato di ‘atto di guerra’.

Tajani prova ad essere, al contrario dei suoi alleati più ‘moderato’ e dice:

“Non è una condanna ne un’accusa, è una verifica”.

Poi si rivolge al Sindaco ricordando anche il caso di Foggia:

“Decaro dovrebbe essere contento che si vada a controllare, nessuno accusa lui direttamente, sottolineando: “Io sono un garantista”