Riccardo Cocciante è una leggenda della musica italiana, capace di spaziare dalle canzoni più pure fini ai musical con l’incredibile successo di Notre Dame De Paris. L’artista è stato tra gli ospiti più attesi dell’incontro al Ministero della Cultura volto a creare un tavolo di confronto “Verso il codice dello spettacolo con protagonisti esponenti dell’industria musicale fino a cantanti e giornalisti del settore.  TAG24 ha avuto la possibilità di intervistare in esclusiva Riccardo Cocciante, che ha espresso la sua ricetta per migliorare la musica italiana e lanciato nuovamente parole di fuoco sul Festival di Sanremo, accusato di monopolizzare l’intera industria.

Riccardo Cocciante la video intervista sul futuro della musica 

D: Quanto è importante questo incontro dedicato alla musica? Finalmente il Ministero della Cultura  ha accolto dei grandi della musica ma anche tutti gli operatori del settore legati a questo mondo.

“È importante perché ne parliamo finalmente, purtroppo non se ne parla molto della musica. Si parla di tante altre cose, ma la musica sembra un argomento un po’ messo da parte perché è considerato a volte leggero. La musica non è solo divertimento.  È un impegno un impegno totale ed è importante parlarne e  riconoscerlo. Oggi proprio per questo motivo  ho chiesto che ci sia assolutamente un premio per la musica che non esiste in Italia. Dovrà essere un premio dove vengono premiati non solo i cantanti, ma tutto quello che c’è intorno. Noi siamo una punta piccola dell’iceberg, ma di tutto il resto non se ne parla mai e sono importanti quanto siamo noi”.

D: Secondo lei perché oggi c’è l’accademia del cinema italiano con i Davide di Donatello e non c’è ancora un’accademia della musica? Noi siamo tra i più importanti paesi esponenti della musica nel mondo con il canto Il bel canto italiano, ma anche la musica italiana più pop. Io ho abitato a Parigi e nelle strade mi è capitato di sentire passeggiando artisti suonare le canzoni di Albano e di Battisti. 

“I francesi in realtà non conoscono Battisti, nessuno lo conosce fuori dall’Italia.  Forse conoscono Albano, ma non chi fosse Battisti e questo mi dispiace moltissimo. Nel mondo non esiste questo artista che io ammiro moltissimo e questo è un fatto deplorevole.  Io vivo fra culture quella francese e quella italiana e purtroppo non c’è comunicazione fra i due popoli,  forse si conosce qualcosa del passato ma non quello che accade oggi ed è deplorevole dato che c’è della bella musica. Ci sono belle canzoni in Francia, in Spagna e negli altri paesi e non abbiamo nessuna informazione in Italia”.

Le parole sul Festival di Sanremo

Riccardo Cocciante nella seconda parte dell’intervista rispondendo sull’importanza della vittoria dei Maneskin all’Eurovision coglie l’assist per attaccare il Festival di Sanremo dove non vede innovazione, anzi ha sottolineato come fagociti l’intera industria musicale che vive con canzoni simili in funzione di quella settimana. 

D: L’eurovision vinto dai Maneskin o comunque il partecipare a questo tipo di manifestazioni può aiutare?

“Sono diciamo  degli episodi importanti, ma forse sono temporanei.  Bisogna pensare a costruire una continuità di tutto  quello che è la musica, perché non è soltanto quello che succede oggi  ma anche quello che è successo nel passato e quello che succederà nel futuro. Bisogna vedere cosa sta fermentando nel mondo della musica, bisogna incentivare la sperimentazione di nuovi generi. Purtroppo siamo in una situazione italiana dove tutto si fa per Sanremo tutto deve passare attraverso il festival e non deve essere così. Sanremo non deve essere un filtro assoluto della musica. Ci deve essere Sanremo, non deve morire ma ci deve essere anche l’alternativa. Bisogna tornare a fare musica sorprendente. Qualcosa di nuovo e di difficile da accettare, musica anche  po’ aggressiva mentre oggi nessuno fa niente di autentico”. 

D: C’è qualche artista almeno un paio che le piacciono della nuova generazione?

“Me ne piacciono tanti e  altri no, però non posso dirli tutti. Quello che posso ribadire è che apprezzo  il fatto che si vada avanti. Io non andrei mai indietro, amo quell’artista che guarda al futuro  proponendo qualcosa di diverso che forse non c’era prima che che sia totalmente nuovo. Io li seguo e sono sempre pronto ad accettare anche le cose più difficili.  Amo la creatività e non quelli che vanno dietro alle mode, gli artisti di oggi seguono quello che va e sono la maggior parte delle persone.  La creatività deve essere coraggiosa”.

D: Dato questo discorso Morgan andrebbe bene secondo lei come direttore artistico per Sanremo?  

“Non faccio nessun nome e non mi sembra giusto perché non sono all’altezza di giudicare queste persone. Secondo me Sanremo deve esistere e deve continuare a esistere, ma non deve prendere tutto il panorama della musica italiana. Non può essere tutto basato su una settimana di spettacolo in cui si va in onda  fino alle 2:00 del mattino con la finale alle 3:00, mi sembra qualcosa di eccessivo”.