Giovanni Morabito, medico di 59 anni in una Rsa milanese e figlio del boss di ‘ndrangheta Peppe, è stato arrestato all’alba di oggi 24 ottobre insieme ad altre 17 persone. Le accuse a loro carico riguardano una frode sui fondi Covid e sull’ecobonus 110%, traffico di droga ed estorsione. Giovanni Morabito era a capo di due gruppi criminali: uno si occupava di reati finanziari, l’altro del traffico di droga e delle estorsioni.

Chi è Giovanni Morabito e gli arresti per ‘ndrangheta oggi a Milano

Nonostante fosse stato condannato nel 2021 per traffico di droga, il 59enne Morabito lavorava come medico in una Rsa milanese e, secondo gli inquirenti, dirigeva da lì due gruppi criminali che avevano legami con la cosca della ‘ndrangheta di Morabito-Palamara-Bruzzzaniti. I Carabinieri del Comando Provinciale di Monza Brianza e la Direzione Investigativa Antimafia, supportati dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, hanno questa mattina 24 ottobre, all’alba, arrestato il 59enne insieme ad altre 17 persone.

Le accuse a loro carico sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e reati economico-finanziari, i cui proventi erano girati alla sopracitata cosca della ‘ndrangheta. 7 persone sono finite in carcere, mentre altre quattro agli arresti domiciliari, tre hanno ricevuto un obbligo di dimora e le ultime quattro l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Le indagini che hanno portato agli arresti di oggi erano state avviate nel 2019 e hanno portato alla scoperta di due gruppi criminali. Il primo collaborava con diversi esperti di operazioni finanziarie, i quali hanno truffato lo Stato italiano per circa 2 milioni di euro. Le truffe vertevano su false fatture, sull’erogazione dei fondi a sostegno di imprese irregolari durante la pandemia di Covid e alla vendita a persone compiacenti di falsi crediti d’imposta.

Lo scopo era ottenere ingenti somme di denaro non dichiarate alle autorità, ingannate anche per quanto riguarda l’ecobonus 110%. Molti dei falsi crediti erano girati ad aziende edili compiacenti, legate ad ambienti vicino alla ‘ndrangheta. Il secondo gruppo di persone arrestate è stato accusato di aver acquistato ed introdotto in Italia cocaina, eroina, marijuana e hashish: aveva una base operativa a Paderno Dugnano ed uno degli indagati aveva fornito cellulari e auto per trasportare e vendere le sostanze stupefacenti.

Molti dei soldi che questo gruppo guadagnava derivavano anche dall’estorsione: sono state sequestrate oggi anche armi detenute illegalmente. Sono in corso, nelle provincie di Pavia, Varese, Milano, Monza Brianza, Novara, Foggia, Messina ed Alessandria perquisizioni in abitazioni ed aziende di proprietà dei soggetti coinvolti, adoperando anche unità cinofile della Guardia di Finanza.