Come sta Alberto Zaccheroni. L’allenatore delle big italiane, ma anche delle nazionali del Giappone e degli Emirati Arabi, racconta la sua vita, dopo l’incidente che gli è costato quasi la vita. Il 10 febbraio 2023, Zaccheroni stava scendendo le scale di casa quando è scivolato. La caduta è stata devastante, un ruzzolone di 10 gradini. Le ferite gravi. Per fortuna quel giorno in casa con lui c’era la moglie che ha avvistato il 118.

Oggi Zaccheroni è sulla via della ripresa fisica. Dopo un mese a letto il suo tono muscolare era calato drasticamente. Oggi una delle sue attività principali è quella di passeggiare. Le determinazione e non gli manca e infatti arriva a camminare anche per 10 chilometri.

Come sta Zaccheroni, il racconto dell’allenatore

Alberto Zaccheroni ricorda poco o nulla del suo incidente domestico.

“Mi ha trovato mia moglie Fulvia accasciato a terra, in fondo alle scale. Dice che ero in un lago di sangue, con la testa aperta e un occhio fuori dall’orbita. Sono vivo per miracolo, ma del mese in terapia intensiva non ricordo nulla”.

Ha raccontato al Corriere della Sera il tecnico romagnolo, spiegando di sapere solamente “quello che mi ha raccontato mia moglie”.

“Lei era al piano terra, io stavo verosimilmente scendendo le scale e sono scivolato. Sono ruzzolato per 8-10 gradini. Lei è accorsa per le mie urla. Avevo battuto la testa, può immaginare il suo spavento. Ha chiamato il 118, mi hanno portato di corsa all’ospedale Bufalini di Cesena dove sono stato ricoverato in terapia intensiva. Mi hanno sedato, non ero vigile“.

Il giorno dopo il ricovero i medici lo operano per ridurre l’emorragia causata dalla caduta. Una caduta che gli ha procurato una “grossa cicatrice sulla testa“. Poi il risveglio nella stanza dell’ospedale, confuso e ancora frastornato.

“Nella stanza c’era solo il personale medico, non era stato ammesso nessun familiare. Mi siedo e mi guardo le gambe: dopo un mese steso a letto, sembravano quelle di un anziano. ‘Dove sono finiti i miei muscoli?’ ho chiesto incredulo. Ho rischiato la vita, non giriamoci attorno. La botta è stata tremenda, il grande sollievo è non aver riportato danni cerebrali”.

Ha festeggiato il 70esimo compleanno da ricoverato. “So di aver rischiato di non arrivarci vivo. Quel giorno non pensavo ai 70 anni, ero concentrato sul recupero”.

“Ho perso due diottrie dall’occhio, il male minore considerando il danno iniziale. Sono senza patente perché prima di riottenerla dovrò sostenere dei test e ho qualche deficit di memoria a breve. Voglio riprendere in mano la mia vita, devo riuscire a tornare in possesso della quotidianità. Se prima camminare era un hobby, adesso è una necessità. Ieri ho fatto 10 chilometri, mi sto impegnando a recuperare tono muscolare”.

E di certo non manca il tempo dedicato al suo hobby preferito, che in fin dei conti è stata anche la sua vita (e continua a esserlo): il calcio.

“Ho ricominciato a guardare le partite in tv. Sarei dovuto andare in panchina per la prossima gara della Nazionale italiana Non Profit di cui sono ct dallo scorso anno, ma ho preferito rinviare a quando mi sarò completamente ristabilito. Riprenderò anche gli incontri tecnici della Fifa”.