L’Agenas, agenzia per i servizi sanitari regionali ha pubblicato il rapporto 2024 sui servizi di emergenza più efficienti in Italia. Ecco la classifica, da Nord a Sud dei pronto soccorso più veloci e dove sono le maggiori criticità.

Pronto soccorso: quali sono le regioni più veloci in Italia

L’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari Regionali Agenas, ha pubblicato l’ultimo rapporto in merito allo stato dei reparti di emergenza in Italia, in particolare fotografando la situazione dei pronto soccorso per livelli di velocità ed efficienza.

Un servizio che, quando funziona in brevi tempi, salva la vita a moltissime persone. Soprattutto se si tratta di patologie gravi ed improvvise come può essere un infarto e un ictus. Lo stato degli ospedali italiani è in ripresa, dopo la crisi causata dal Covid, che lasciato comunque criticità soprattutto per quanto riguarda la carenza di personale medico ed infermieristico.

In alcune regioni inoltre, grazie ai fondi stanziati sono stati attivati alcuni percorsi preferenziali per ridurre le lunghe attese, problema principale di questi reparti. L’indagine è stata stilata sulla base di alcuni questionari nei quali sono indicati vari fattori che incidono sulla qualità. Cioè: le tempistiche per il trattamento di problemi che richiedono intervento urgente come infarti ed angioplastiche, ricoveri, mortalità e percentuale di abbandono di pazienti che ancora non sono stati visitati.

Dai risultati è emerso che la regione con i minori tempi di attesa è la Valle d’Aosta. Ottime prestazioni anche per Bolzano, Veneto e Lombardia, dove risulta più veloce la presa in carico dei pazienti e di conseguenza anche i successivi step come visite, esami e diagnosi.

Le criticità dei servizi di emergenza

Lo stato dei servizi di emergenza territoriali in Italia resta abbastanza critico soprattutto nelle regioni del Sud. Tuttavia, ci sono netti miglioramenti soprattutto dove sono stati istituiti percorsi dedicati ai codici bianchi per patologie non urgenti.

Uno dei principali problemi dei pronto soccorso infatti, è proprio quello dell’affollamento di pazienti che accedono impropriamente. Cioè che si recano in ospedale per disturbi che non devono essere trattati d’urgenza ma per i quali occorrerebbe rivolgersi al proprio medico di base.

Gli affollamenti però sono anche causati da problemi logistici ed organizzativi delle strutture. Che in molte occasioni non hanno letti disponibili e sono costrette a lasciare in attesa pazienti che hanno bisogno del ricovero in reparto.

Dove si attende di più per una visita al pronto soccorso

Secondo la classifica 2024, le regioni più lente per il pronto soccorso sono: Sardegna, Sicilia e Campania. Le stesse dove si registrano le maggiori percentuali di abbandono dei pazienti. Perchè scoraggiati dai lunghi tempi di attesa se ne vanno ancora prima di essere chiamati a visita o di chiudere la cartella clinica.

In Basilicata, Liguria e Sicilia è invece dove si registrano i tempi più lunghi per il trattamento di problemi cardiologici gravi. Che superano di molto gli standard fissati dal Ministero per una angioplastica dopo infarto, che sono di 90 minuti al massimo. Per la rete ictus invece, le peggiori sono Sardegna e Abruzzo

Percorsi per codici bianchi e prestazioni a pagamento

Le regioni dove dal 2022 al 2023 c’è stato un miglioramento dei servizi di pronto soccorso sono soprattutto quelle nelle quali sono stati istituiti percorsi anti affollamento e strutture di cure primarie non emergenziali a pagamento.

Per non affollare le sale di attesa di pazienti con codice bianco infatti, alcuni ospedali hanno attivato ambulatori e numeri di telefono appositamente per chi deve curare un disturbo non grave.

La prestazione però è totalmente a carico dell’assistito e quindi i prezzi alti, soprattutto di esami specifici come la Tac, che arriva a costare fino a 120 euro, scoraggiano a volte i pazienti dal recarsi in questi reparti.