Stefano Bandecchi davanti alle telecamere di “Report”. Con calma e tranquillità risponde alle domande del giornalista della trasmissione di RaiTre. Parla di argomenti che conosce bene e che ama: dell’Università Niccolò Cusano, della quale è il fondatore, e di Terni, di cui è sindaco.

Tag24.it riporterà da oggi, martedì 26 marzo 2024, e nei prossimi giorni, l’intervista rilasciata dal segretario nazionale di Alternativa Popolare a “Report” pubblicando quotidianamente brevi pillole e seguendo il filo logico della chiacchierata, dalla prima domanda all’ultima con le risposte di Bandecchi. Per evitare fraintendimenti, eventuali tagli, verranno mostrati i video dell’incontro avvenuto ieri, lunedì 25 marzo, a Palazzo Spada, sede del Comune di Terni.

“Report” intervista Bandecchi su Unicusano e Terni. Si parte da “PA 110 e lode” dell’allora ministro Brunetta

L’intervista inizia con una richiesta di chiarimento da parte del giornalista a Bandecchi sull’iniziativa nata nel 2021 per volontà dei ministri dell’Istruzione e dell’Università di allora, rispettivamente Brunetta e Messa, denominata “PA 110 e lode” e che prevede tuttora incentivi economici per i dipendenti pubblici che vogliono accedere a corsi di laurea e master. All’inizio il provvedimento escludeva le Università telematiche.

“Il ministro Brunetta escluse gli Atenei e i corsi di laurea telematici, poi però diede la possibilità alle Università cosiddette in presenza di fare corsi online per gli studenti della pubblica amministrazione. Per questo mi sono molto arrabbiato, non solo io ma tutte le università telematiche. Non capivo perché fosse stato fatto un accordo con un un’entità privata, come la Crui”.

Sul sito della CRUI si legge:

“Dal 2007 la CRUI è l’associazione delle Università italiane statali e non statali riconosciute. Nata nel 1963 come associazione privata dei Rettori, ha acquisito nel tempo un riconosciuto ruolo istituzionale e di rappresentanza e la capacità di influire sullo sviluppo del sistema universitario attraverso un’intensa attività di studio e di sperimentazione”.

Bandecchi continua:

“La Crui si regge su una strana anomalia. Infatti nasce ed esercita come una semplice associazione privata dei Rettori di Università Statali e non Statali che poi si trasforma in un soggetto di potere in qualità di consulente del Ministero dell’Università. E per questo prende un’ottima parcella dallo Stato italiano che nel frattempo continua a rappresentare e finanziare tutte le Università anche se dopo la legge 168/1989 non sono più organi statali, ma sono diventate istituzioni autonome, cioè singoli enti pubblici indipendenti dotati di personalità giuridica e autonomia di spesa. Cioè non si possono più definire statali, ma al più io le definirei private gestite dallo stato perché lo Stato le finanzia e le controlla e per di piu restituisce un sacco di soldi alla Crui con la scusa che i Rettori sono diventati nel mentre consulenti dello Stato stesso. Ecco l’anomalia e perfino il grande conflitto d’interessi, che qui è palese!: Ia Crui consiglia allo Stato italiano cosa deve fare con le università che lui stesso gestisce e controlla”.

Report: “La decisione di Brunetta di escludere le Università telematiche da PA 110 e lode fu politica?”. Bandecchi: “Non ci voglio pensare”

Il giornalista ricorda al segretario di AP, allora presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Unicusano, che definì la decisione razzista e assurda:

“Sì, lo è stata tanto che poi mi hanno dato ragione. Ci siamo rivolti al Tar e abbiamo avuto ragione. L’Unicusano non utilizza questo accordo perché non serve a nulla, è inutile. E’ una di quelle iniziative che fanno tanta pubblicità ma non portano nulla. Dall’inizio l’Università Niccolò Cusano ha applicato gli sconti alle persone che lavoravano nella pubblica amministrazione. Quel meccanismo è complesso, farraginoso”.

Alla domanda se l’Unicusano avesse fatto domanda per far parte di “PA 110 e lode” Bandecchi risponde:

“Sì l’Unicusano ha fatto domanda perché era giusto, per la parità di dignità: siamo autorizzati nello stesso modo. Come può la Pubblica amministrazione decidere per conto suo?”.

“E’ una scelta politica quella di Brunetta?”, domanda il giornalista. Risposta:

“Non so che dire, non voglio nemmeno pensarci. La frase ‘E’ stata una scelta’ politica è brutto sentirla dire perché un Ministro della repubblica italiana dovrebbe fare una scelta italiana. E’ stata una scelta infame perché il fatto stesso che la Pubblica amministrazione dia alla Crui, che lavora per la Pubblica amministrazione e percepisce i soldi dallo Stato, un mandato dimostra un intreccio abbastanza farraginoso. Lì sì vedo un conflitto d’interessi e lo schifo italiano”.